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13 lug 2021

Alla fine del suo percorso iniziato nel 2017, il partenariato del progetto Interreg EU CircE ha maturato una visione strategica comune in tema di Economia Circolare che ha voluto formalizzare nella Wrocław Charter, con l’obiettivo di diffondere, anche al di fuori del consorzio e delle regioni partecipanti, le priorità definite.

Regione Lombardia e la Direzione Ambiente Clima in particolare, attraverso la Comunicazione in Giunta dell’Assessore Cattaneo, hanno voluto condividere i propositi della Carta, volti a definire un percorso di transizione verso l'economia circolare, in quanto il documento ha numerosi punti di contatto con gli orientamenti delle politiche e della programmazione regionale e con riconosciute linee di ulteriore investimento e sviluppo per l’economia circolare, delineate dalla "Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile".

La Wrocław Charter è disponibile qui in allegato.

Per saperne di più sul progetto CircE: https://www.interregeurope.eu/circe/

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7 lug 2021

Promuovere lo sviluppo sostenibile e quindi il digitale e le infrastrutture green in ambito economico, sociale e ambientale attraverso una serie di azioni concrete. Tra queste, solo per citarne alcune, il benessere dei cittadini, le competenze digitali, il ripensamento delle infrastrutture e delle città in un’ottica sempre più ‘green’. Senza dimenticare, peraltro, l’obiettivo di azzerare le emissioni climalteranti.

Ha questo scopo la ‘Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile’ approvata dalla Giunta della Regione Lombardia il 29 giugno 2021. La proposta è del presidente Attilio Fontana e dell’assessore all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo.

Digitale e infrastrutture green

“Regione Lombardia  – spiega Fontana – si è data il compito di identificare una vision a lungo termine. Immaginando cioè scenari di sviluppo in una logica quanto più possibile integrata. La nostra prospettiva infatti non può e non vuole essere quella del ‘greenwashing’. Non ci interessa allocare risorse nei più diversi comparti in modo da potere apparire ‘verdi’”.

“Ci interessa invece  – continua – fare da apripista sulla strada di un profondo cambiamento culturale. Lo sviluppo sostenibile è il nuovo mainstreaming di Regione Lombardia. Innerva ogni politica, come testimonia il Documento di economia e finanza regionale appena approvato dalla Giunta e ora all’attenzione del Consiglio regionale”.

Percorso condiviso

“Questo documento – prosegue Cattaneo – arriva dopo un percorso di lavoro condiviso durato oltre due anni. Ha raccolto il contributo dei tanti soggetti impegnati sul fronte della sostenibilità in Lombardia. Già nel 2018, infatti, a partire dall’impulso dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, la Lombardia ha attivato un confronto sui temi della sostenibilità. Ha discusso con la società civile, le istituzioni, le associazioni di categoria, le parti sociali, le istituzioni e il mondo universitario. Tutto ciò ha portato al ‘Protocollo lombardo per lo sviluppo sostenibile’ già sottoscritto da diversi Enti e istituzioni che ne hanno condiviso lo spirito. Primo step di un percorso confluito poi nel Primo Forum regionale che abbiamo ospitato lo scorso novembre”.

“Adesso – aggiunge Cattaneo – facciamo un altro passo avanti disegnando una strategia di lungo periodo e provando a favorire un cambio di mentalità. Riteniamo che questo documento possa rappresentare il riconoscimento politico e culturale della centralità della sostenibilità come perno di tutta l’attività regionale”.

Cinque macroaree strategiche

Cinque macroaree strategiche riassumono l’impegno della Regione per lo Sviluppo sostenibile, con precisi traguardi da raggiungere al 2030 e poi al 2050.

– Salute, uguaglianza e inclusione. La mission è  quella di dimezzare il numero di individui a rischio povertà ed esclusione sociale. Obiettivo diminuire anche il numero di donne vittime di violenza e raggiungere target europei per l’assistenza domiciliare integrata e il personale sanitario sul territorio.

–  Educazione, formazione, lavoro. La Lombardia mira a diventare leader in Europa per diffusione e qualità dell’apprendimento digitale e dello Smart Working.

–  Infrastrutture, innovazione e città. La sfida per uno sviluppo sostenibile inclusivo e innovativo si gioca nelle città. L’obiettivo è quindi quello di ridurre di 1/3 le persone che vivono in abitazione inadeguate. Contemporaneamente saranno ulteriormente incentivate la sharing mobility, l’intermodalità, il rinnovamento del parco veicoli e delle relative infrastrutture.

–  Mitigazione dei cambiamenti climatici, energia, produzione e consumo. Tema centrale è quello della riduzione delle emissioni climalteranti così da arrivare a zero emissioni di carbonio entro il 2050.

–  Sistema eco-paesistico, adattamento ai cambiamenti climatici, agricoltura. In questo contesto le azioni saranno finalizzate a ripristinare o conservare le risorse naturali. Tra queste, suolo (con previsione di azzeramento del consumo entro il 2050), biodiversità, foreste e acque. Obiettivo è quello di favorire così un sensibile aumento delle aree protette, degli habitat e delle specie con stato di conservazione soddisfacente. Anche il sistema produttivo dovrà cambiare attraverso l’evoluzione tecnologica e digitale, lo sviluppo della ricerca e del capitale umano.

Qui il link alla sezione dedicata in questa piattaforma.

 

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30 giu 2021

Salvaguardia della biodiversità, connessioni ecologiche e rinaturalizzazione: la Giunta di Regione Lombardia nella seduta del 29 giugno ha approvato lo stanziamento - su proposta dell’assessore all’Ambiente e Clima Raffaele Cattaneo - di 2 milioni in tre anni a ERSAF, per la realizzazione di interventi in aree del demanio regionale di proprietà e nei ‘Siti Natura 2000’ in gestione.

Valorizzare il capitale naturale lombardo

“Si tratta di interventi a tutela della biodiversità – spiega Raffaele Cattaneo – in attuazione della Legge regionale per il rilancio economico. Il nostro obiettivo è valorizzare il capitale naturale lombardo e salvaguardare la biodiversità dei nostri territori. Ciò mediante l’aggiornamento del piano di attività dell’Ente per i servizi all’agricoltura e alle foreste (ERSAF) e il ‘prospetto di raccordo 2021/2023’ delle misure di conservazione previste nel quadro di azioni prioritarie dei nostri Piani di assestamento forestale (Paf)”.

Le priorità degli aggiornamenti del Piano

Le risorse, come detto, verranno distribuite nell’arco di tre anni: 300 mila euro sul 2021, 850 mila sul 2022 e altri 850 mila sul 2023.

Gli interventi saranno effettuati nelle aree boschive di proprietà regionale in gestione ad ERSAF, in coerenza con il Quadro delle azioni prioritarie Paf per le aree di Rete Natura 2000. Così da incrementare le connessioni ecologiche e la biodiversità.

“La nostra azione – aggiunge l’assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia – fa particolare riferimento al ripristino di specie. Nonché al rafforzamento delle connessioni verdi negli habitat più compromessi. Come pure agli interventi volti a migliorare la fruizione dei siti. Ed infine ad azioni specifiche per migliorare lo stato di conservazione”.

Regione: tutti gli obiettivi dell’investimento

Ecco allora tutti gli obiettivi che Regione Lombardia persegue con l’intervento approvato:

- contribuire all’attuazione delle Strategie della biodiversità europea e regionale e della Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile;

- concorrere alla realizzazione del Programma regionale di sviluppo;

- attuare il Quadro di azioni prioritarie Paf 2021-2027, approvato il 21 settembre 2020;

- investire sul capitale naturale del demanio regionale, dei siti Natura 2000 gestiti da Ersaf e del Parco dello Stelvio, oltre che sugli hotspot di biodiversità agricola nelle aziende in gestione all’Ente;

- contribuire all’incremento della resilienza degli ecosistemi del demanio regionale e dei siti Natura 2000;

- cooperare allo sviluppo di azioni per la produzione dei servizi ecosistemici nelle aree Natura 2000;

- aiutare lo sviluppo socio-economico dei territori regionali interessati dagli interventi, anche attraverso l’impiego di maestranze locali e il coinvolgimento di consorzi forestali, imprese boschive e agricole;

- dare attuazione alla Carta delle foreste di Lombardia, firmata il 28 novembre 2019.

 

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25 giu 2021

Secondo lo studio dell’associazione senza scopo di lucro Carbon Trust, istituita nel 2001 per aiutare le Organizzazioni a ridurre il loro impatto ambientale, l’Italia nei prossimi anni potrebbe risparmiare grazie all’utilizzo dello Smart Working fino a 8,7 megatonnellate di CO2 ogni anno, equivalenti a 60 milioni di voli da Londra a Berlino.

“Homeworking”, questo il nome dello studio commissionato dal Vodafone Institute for Society and Communication (il think-tank europeo del Gruppo Vodafone), è stato condotto in cinque paesi europei, nello specifico Repubblica Ceca, Germania, Spagna, Svezia e Italia appunto, calcolando le quantità di emissioni di carbonio risparmiate grazie al lavoro da casa in tre diversi momenti: prima, durante e dopo le serrate dovute alla pandemia.

Considerando l’inquinamento creato dal pendolarismo e dalle emissioni degli uffici “a pieno regime”, emerge che ogni lavoratore italiano in Smart Working è capace di far risparmiare oltre una tonnellata di CO2, e che in un prossimo futuro saranno più di 8 milioni i posti di lavoro in Italia che potranno essere svolti regolarmente da remoto con una media di circa due giorni alla settimana.

Numeri decisamente importanti che mostrano uno delle poche evoluzioni positive che la pandemia ha portato, sia a livello ambientale che di organizzazione del lavoro: secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, infatti, durante il lockdown il numero di lavoratori da casa in Italia è salito fino a 6,58 milioni, con una media di 2,7 giorni a settimana, portando a un risparmio complessivo di carbonio di 1,861 chilogrammi di Co2e a persona, in aumento del 112% rispetto al periodo pre-Covid.

Una tendenza, quella del ricorso allo Smart Working, che sta continuando a prendere piede nella quotidianità di tantissimi italiani, oramai sempre più abituati e a proprio agio in questa ‘nuova’ modalità lavorativa, che se ben utilizzata e sfruttata può migliorare non solo la qualità dell’aria che respiriamo, ma anche il nostro approccio al lavoro e conseguentemente la nostra produttività.

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16 giu 2021

Dal 17 giugno tornano gli incentivi auto di Regione Lombardia, con un nuovo bando da 30 milioni di euro - già consultabile sulla piattaforma Bandionline - che integra e modifica quello di febbraio da 18 milioni (16,2 per le auto e 1,8 per le moto) .

Un bando consistente, quindi, quello presentato dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e dall’assessore all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo, rimodulato a partire dal successo incontrato dal bando precedente, per cui le richieste avevano esaurito le risorse disponibili in sole 25 ore, per un totale di 3.209 cittadini beneficiati.

“Si tratta di una misura “importante e concreta, che va nella giusta direzione - sottolinea il presidente Fontana -. Affronta un problema reale e molto sentito con un’azione ampia, sulla quale Regione investe significative risorse economiche”.

“Abbiamo deciso di anticipare i 18 milioni di euro destinate al 2022 - spiega dunque l’assessore all’Ambiente - e di integrarli con altri 12 milioni, per un totale di 30 milioni di euro, così da incentivare da subito l’acquisto di veicoli a bassissime o zero emissioni e da aiutare così a svecchiare e rinnovare il parco auto circolante. Il successo dello scorso bando è stato davvero impressionante: una manifestazione della sensibilità dei lombardi sul tema che lancia un segnale chiaro a tutte le Istituzioni, dunque abbiamo anticipato le risorse, per rispondere a una esigenza sentita”.

Bando moto

Dal momento che invece la linea di incentivazione per motocicli e ciclomotori non ha riscontrato il risultato sperato, la misura verrà chiusa al 30 giugno. Regione ha deciso quindi di lavorare con le associazioni di categoria per riproporre un bando sul target con dei criteri aggiornati.

Chi può fare domanda, le due linee di finanziamento

La nuova misura riserva anzitutto una parte delle prenotazioni di contributi a chi aveva già presentato la domanda sul bando precedente (decreto 2384 del 23/02/2021) ma non aveva potuto prenotare le risorse per il loro esaurimento anticipato.

La dotazione di 30 milioni euro è ripartita in due linee di finanziamento:
- una linea A da, 12 milioni di euro, prevede appunto il rimborso diretto alle persone che hanno presentato domanda con il precedente bando che non hanno potuto prenotare le risorse perché già esaurite, ma che nel frattempo hanno già perfezionato l’acquisto della vettura;
- una linea B, da 18 milioni di euro, è rivolta alle persone che acquistano una nuova  vettura presso i concessionari abilitati: questi ultimi anticiperanno il contributo al soggetto beneficiario e riceveranno quindi il rimborso dalla Regione.

Anche a livello temporale, per chi aveva presentato domanda sul bando precedente senza però poter accedere alle risorse è prevista una finestra iniziale riservata, attiva dal 17 al 28 giugno, in cui sarà possibile presentare le domande e accedere ai contributi.

Successivamente alla chiusura di questa finestra riservata, il 30 giugno la misura viene aperta a tutti gli altri soggetti in possesso dei requisiti per la presentazione delle domande e l’accesso ai contributi. Ogni cittadino può presentare una sola domanda di contributo.

Il bando è rivolto ai residenti in Lombardia (persone fisiche) che acquistano un’autovettura di nuova immatricolazione (o immatricolata successivamente al 1° gennaio 2020 e intestata a un venditore/concessionario).

L’importo degli incentivi

I contributi sono stati ridotti del 50% rispetto a quanto previsto dal precedente bando per consentire di allargare lincentivazione a un numero maggiore di cittadini.
Ecco dunque gli incentivi per classi di appartenenza delle auto:

- 4.000 euro per auto a zero emissioni (elettrica pura o idrogeno); 2 mila euro (senza radiazione);

- 2.500 euro per auto con emissioni di Co2 ≤60 g/km e NoX ≤ 85.8 mg/km (euro 6D benzina, metano, gpl o ibride);

- 2.000 euro per auto di Co2 ≤60 g/km e con NoX ≤ 126 mg/km (euro 6D-Temp benzina, metano, gpl o ibride oppure euro 6D diesel);

- 2.000 euro per auto con emissioni 60<Co2≤110 g/km e con NoX ≤ 85.8 mg/km (euro 6D benzina, metano, gpl o ibride);

- 1.500 euro con emissioni 60<Co2≤110 g/km e con NoX ≤ 126 mg/km (Euro 6D-Temp benzina, metano, gpl o ibride oppure Euro 6D diesel);

- 1.500 euro con emissioni 110<Co2≤145 g/km e con NoX ≤ 85.8 mg/km (Euro 6D benzina, metano, gpl o ibride);

- 1.000 euro con emissioni 110<Co2≤145 g/km e con NoX ≤ 126 mg/km (Euro 6D-Temp benzina, metano, gpl o ibride oppure Euro 6D diesel).

L’integrazione con gli incentivi nazionali: i risparmi per i cittadini

Ecco invece l’importo complessivo che i cittadini possono ottenere, comprensivo degli incentivi nazionali:

- 14.000 euro per un veicolo a zero emissioni in caso di radiazione di veicolo inquinante (4.000 euro regionali, 8.000 euro statali e 2.000 euro di sconto obbligatorio del concessionario);

- 9.000 euro per un veicolo a zero emissioni senza radiazione di veicolo inquinante (2.000 euro di contributi regionali, 5.000 euro statali e 2.000 di sconto obbligatorio del concessionario);

- circa 9.000/10.000 euro per un veicolo a emissioni Co2 < 60 g/km in caso di radiazione di veicolo inquinante (2.000/2.500 euro regionali, 4.500 euro statali e 12% sconto obbligatorio da parte del concessionario).

Quali auto si possono acquistare

L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto per l’acquisto acquisto di unautovettura categoria M1 (ai sensi dell’art. 47 del Codice della Strada) di nuova immatricolazione o immatricolate successivamente al 1° gennaio 2020, intestata a una casa costruttrice di veicoli o a un venditore/concessionario, in grado di garantire bassissime o zero emissioni di inquinanti sulla base del principio della neutralità tecnologica, basata sui valori di emissione degli inquinanti Pm10, Nox e Co2.

L’acquisto deve essere contestuale alla radiazione di un’auto per demolizione (fino a Euro 2/II a benzina incluso o fino Euro 5/V diesel incluso) o per esportazione all’estero (solo Euro 5/V diesel).

L’obbligo di radiazione non si applica nel caso di acquisto di veicoli elettrici puri (o a idrogeno), a fronte di una riduzione del contributo massimo previsto.

Per la linea di finanziamento B, sarà necessaria l’applicazione dello sconto di almeno il 12% da parte del venditore sul prezzo di listino del modello base, al netto di eventuali allestimenti opzionali o di almeno 2.000 euro nel caso di autovetture ‘a zero emissioni’; il contributo è cumulabile solo con gli incentivi statali; la proprietà del veicolo da rottamare deve essere antecedente al 1° gennaio 2020; è previsto l’obbligo di tenere la proprietà del veicolo acquistato per almeno 24 mesi successivi all’intestazione del veicolo.

Come presentare la domanda

La domanda di partecipazione dev'essere presentata sulla piattaforma Bandionline sulla linea A Cittadini - rinnova autovetture e motoveicoli 2021 nel caso di acquisto già avvenuto (per coloro che hanno presentato domanda sul bando precedente); oppure sulla linea B Venditori - rinnova autovetture e motoveicoli 2021 nel caso di acquisto non ancora effettuato (con prelazione per coloro che hanno presentato domanda sul bando precedente).

A differenza del precedente bando i cittadini che non hanno ancora acquistato il veicolo non dovranno prenotare direttamente le richieste on line, ma potranno rivolgersi al concessionario.

È possibile presentare domande a partire dalle ore 10 del 17 giugno 2021 fino all’esaurimento della dotazione finanziaria e, comunque, entro e non oltre le ore 12 del 29 ottobre 2021.

Per quanto riguarda la linea B, solo il venditore/concessionario abilitato alla vendita, nell'ambito del bando, può prenotare il contributo regionale sul portale Bandionline, per nome e per conto del cittadino beneficiario tramite il suo codice fiscale.

L’assegnazione del contributo, come per il bando precedente, avverrà con procedura valutativa 'a sportello', ovvero secondo l'ordine cronologico di prenotazione telematica da parte del venditore/concessionario. Lo sportello resterà aperto fino a esaurimento della dotazione finanziaria.

Impegno multidisciplinare, puntando sull’innovazione

“La Regione - spiega Attilio Fontana - sta incrementando le iniziative in modo multidisciplinare per combattere l’inquinamento con metodicità. Un impegno che va necessariamente in ogni direzione. Per farlo occorre anche essere innovativi: per questo puntiamo anche sulla ricerca nei centri specializzati e nelle università, sostenendo le loro azioni”.

"Regione Lombardia - ricorda Cattaneo - conferma la concretezza della propria linea politica basata sugli incentivi e sulla valorizzazione dei comportamenti virtuosi dei cittadini. Questa è solo una delle linee di azione sulla qualità dell’aria che stiamo portando avanti, accanto a quelle per ridurre le emissioni degli impianti di riscaldamento civile e delle attività produttive agricole. Inoltre, per chi nonostante gli incentivi non può sostituire l'auto, può continuare a circolare utilizzando Move-in, che auspichiamo venga presto introdotto anche dal Comune di Milano, con il quale il 17 giugno abbiamo chiesto un incontro tecnico. Guardiamo al miglioramento della qualità dell’aria - conclude l’assessore - per rispondere alle esigenze dei cittadini, in attuazione del Piano regionale degli interventi per la qualità dell'aria (Pria) e dell’Accordo di bacino padano 2017”.

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11 giu 2021

È evidente ormai che quello della transizione ecologica potrà essere il settore su cui puntare per il futuro professionale di molti giovani. E le università italiane si stanno attrezzando, per adeguare l’offerta formativa alle nuove esigenze di un mercato sempre più attento ai temi “green”.

Per il prossimo anno accademico, i più importanti poli accademici e business school propongono allora - a tasse ridotte o con borsa di studio - diversi corsi su temi legati alla sostenibilità. Uno di questi è il “Law, Digital Innovation and Sustainability” di Luiss, che forma manager dell’innovazione attenti al futuro dell’industria manifatturiera, ma anche al “futuro della Terra” e al “benessere”, segno evidente di una svolta nella percezione delle priorità in ambito formativo.

L’Università Bocconi lancia il “MASEM - Master in Sustainability and Energy Management”, un master di primo livello centrato in particolare sui temi della transizione energetica, sempre internazionale e aperto a laureati triennali in tutte le discipline, destinato a giovani interessati a costruirsi una carriera in un ambito multidisciplinare.

Da segnalare poi su economia circolare e management efficiente delle risorse l’ultra-ventennale “GECA”, master di secondo livello della Scuola Superiore SantAnna di Pisa in Gestione E Controllo dell’Ambiente: primo corso di studi in Italia ad affrontare il problema del Ciclo integrato dei Rifiuti, è ora orientato sull’economia circolare “nella prospettiva dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e de pacchetto dell’Unione Europea”.

Un corso che punta dunque a preparare gli studenti per ruoli manageriali e professionali così come, nel medesimo ambito, fa il master di primo livello in “Gestione dei Servizi Pubblici, Utilities e Mobilità” dell’Università di Milano Bicocca, per carriere nelle aziende di servizi a cittadini e imprese, forte anche di un’offerta che arriva fino a 16 borse di studi con copertura dei costi di iscrizione al 50%.

Chi vuole fare business in modo sostenibile può iscriversi anche a “Gestione d’Impresa” della  CUOA  Business School (con 22 borse di studio da 6.200 e 3.600 euro), che ha un modulo dedicato a sostenibilità e circolar economy. Oppure, per il prossimo anno, anche alla laurea triennale in “Ingegneria Gestionale” di LIUC — Università Cattaneo, che offre  due borse a copertura totale dei costi di iscrizione.

Con una laurea tecnico-scientifica è infine possibile iscriversi al master del Politecnico di Milano in “Energy Management”- MEM (per cui sono disponibili due borse da 16.500 euro e altre a copertura parziale delle spese di iscrizione) o a “Climate Change: Adaptation and Mitigation Solutions”, master di secondo livello del Politecnico di Torino, in lingua inglese con riduzioni delle spese del 100% e del 50% per i primi 20 nella graduatoria di ammissione, in base al merito.

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8 giu 2021

I Comuni e le Comunità energetiche: sfida per un futuro sostenibile

Il tema delle Comunità energetiche sta prendendo sempre più corpo nel riassetto delle politiche energetiche previste in una logica di sostenibilità.  Una spinta in questa direzione è determinata dalle disposizioni contenute in diverse direttive europee, solo parzialmente già recepite dalla legislazione nazionale e da alcune leggi regionali.

Le amministrazioni comunali, quale primo livello di governo del territorio, assumono, in tale contesto, una pluralità di ruoli. Possono, infatti, qualificare la propria azione sia come utenti e membri della comunità sia come attori fondamentali per la loro propulsione, regolazione e controllo.

Il convegno, che si svolgerà online il prossimo 16 giugno dalle ore 9.30 alle 13:30, vuole essere l’occasione per riflettere, analizzare e proporre modelli di intervento e di comportamento dei Comuni nello sviluppo delle comunità energetiche, considerando non solo il quadro esistente e in via di specificazione delle politiche pubbliche e di regolazione tecnica, ma anche delle esperienze in corso realizzate da numerose amministrazioni comunali.

CLICCA QUI PER ISCRIVERTI AL CONVEGNO E VISIONARE IL PROGRAMMA

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4 giu 2021

‘Riparare’ il Pianeta: non solo dunque educare alla tutela dell’ambiente che ci ospita, ma anche intervenire in modo attivo per rimediare ai danni prodotti dall’uomo. A cominciare ad esempio dalle emissioni di gas serra, principali responsabili dei cambiamenti climatici che stanno stravolgendo interi habitat, con conseguenze sociali pesantissime.

Il “ripristino degli ecosistemi” è dunque il tema dell’edizione 2021 della Giornata mondiale dell’Ambiente, istituita dall’ONU nel 1972 con la risoluzione 2994 del 15 dicembre, in programma quest’anno sabato 5 giugno. Un modo per invitare all’azione: a prevenire, anzitutto, quindi a fermare e invertire i danni inflitti agli ecosistemi del pianeta, passando dallo sfruttamento della natura alla sua guarigione.

Per conoscere gli eventi e le iniziative riguardanti la Giornata Mondiale dell’Ambiente si può visitare la pagina web, costantemente aggiornata, messa disposizione dall’UNEP, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP).

Sempre in vista del 5 giugno, l’UNEP presenta anche la Guida pratica della Giornata Mondiale dell’Ambiente 2021 (nota anche come The Ecosystem Restoration Playbook) disponibile a questo link: 21 pagine con spunti di riflessione, percorsi e consigli per agire subito a favore del Pianeta, per rallentare e fermare il degrado degli ecosistemi e favorire il loro pieno recupero.

La Giornata del 5 giugno lancia poi ufficialmente il Decennio delle Nazioni Unite per il Ripristino dell’Ecosistema, che ha l’obiettivo concreto di far rivivere miliardi di ettari, dalle foreste ai terreni agricoli, dalla cima delle montagne alle profondità del mare.

In vista di questo doppio appuntamento, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) ha lanciato due strumenti.

La transizione ecologica

La prima sfida da raccogliere è evidentemente quella della transizione ecologica, chiamata a modificare profondamente il nostro modo di produrre e di vivere per arrivare al traguardo di una società più sostenibile, a emissioni zero, sempre vigile sul proprio impatto ambientale. Sapendo che non si può più aspettare: i dati citati dal ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani nella sua intervista all’iniziativa del Corriere della Sera proprio su questi temi raccontano come ogni anno 400 mila persone muoiano a causa del Climate Change, che costa nel complesso all’economia globale 1,2 trilioni di dollari all’anno

Gli effetti sulle nuove generazioni

E i più colpiti sono i bambini, come ricorda Save The Children proprio in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente.

Alcuni numeri aiutano a capire perché. Sono 710 milioni i minori che vivono nei 45 Paesi a più alto rischio di subire l’impatto della crisi climatica dove rischiano di soffrire la carenza di cibo, malattie e altre minacce per la salute, come la scarsità o l’innalzamento del livello dell’acqua o una combinazione di questi fattori.

Il 70% dei Paesi ad alto rischio di impatto climatico si trova in Africa.

L’OMS stima che la crisi climatica porterà a circa 95 mila morti in più all’anno per denutrizione tra i bambini fino ai 5 anni entro il 2030 e 24 milioni in più entro il 2050. C’è anche da dire che spesso la crisi climatica impatta in modo ancora maggiore le bambine, che hanno meno probabilità di rientrare a scuola dopo un disastro. Ad esempio in Pakistan, dopo l’alluvione del 2010, il 24% delle bambine al sesto anno di scuola ha abbandonato gli studi rispetto al 6% di bambini.  

Cura del territori e inquinamento in Italia

In Italia oltre 6 milioni di abitanti risiedono in aree ad elevato e medio rischio di alluvioni e 1,2 milioni a rischio elevato o molto elevato di frane (dati ISPRA).

Il 37% dei minori risiede nelle 14 città metropolitane dove, in base alle rilevazioni quotidiane di biossido di azoto e altri inquinanti e al superamento dei limiti, l’inquinamento dell’aria è in molti casi elevato e i superamenti frequenti, come percepito dal 54% degli adolescenti.

L’invito dunque è a guardare al futuro con gli occhi delle nuove generazioni, a cui dovrebbe essere imperativo lasciare un mondo in grado di accoglierle al meglio.

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28 mag 2021

La Regione Lombardia ha approvato i criteri per il finanziamento di progetti per la promozione del diritto al cibo. Un provvedimento per tutelare la possibilità di ogni individuo di accedere a una quantità sufficiente di cibo sicuro, sano e nutriente quale diritto umano fondamentale per tutti.

La delibera n. 4357 del 24 maggio sui “criteri per l’assegnazione dei contributi per il finanziamento di progetti innovativi, che favoriscano lo sviluppo e la costituzione di reti per la tutela e la promozione del diritto al cibo”, mette a disposizione 400 mila euro, ed è stata approvata dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi, di concerto con l’assessore all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo e con quello alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità Alessandra Locatelli.

Sempre sul tema del diritto al cibo, a marzo la Giunta aveva approvato, su proposta dell’Assessore Cattaneo, il “Bando per la devoluzione di prodotti alimentari invenduti”, finanziato con 1 milione di euro.

Il Bando eroga contributi a fondo perduto agli enti non profit per l’acquisto di attrezzature utili al recupero e alla distribuzione degli alimenti invenduti. Con l’obiettivo concreto di prevenire e ridurre la produzione di rifiuti e lo spreco alimentare: le domande scadono il prossimo 9 giugno, per saperne di più clicca qui.

Chi può presentare domanda

Allo stanziamento da 400 mila euro potranno accedere enti pubblici, università, organismi di diritto pubblico, gli enti iscritti nel registro del Terzo settore, soggetti privati costituiti per il perseguimento di finalità civiche solidaristiche e di utilità sociale, le associazioni di categoria.

Il finanziamento copre il 100% delle spese ritenute ammissibili ed effettivamente sostenute, con un limite massimo di 60 mila euro per ogni progetto.

Con i criteri approvati dalla Giunta regionale sarà data particolare rilevanza ai temi dell’innovazione, della concreta fattibilità del progetto, alla valorizzazione della filiera corta e alla realizzazione di reti con il coinvolgimento di produttori agricoli.

Per fare un esempio, l’innovazione può passare dalla digitalizzazione dei dati relativi al recupero delle eccedenze e alla loro distribuzione tramite le organizzazioni non profit del territorio: un passo avanti che può rendere il recupero più veloce e sicuro, oltre che più semplice.

Molte le realtà già attive in questo senso. Vedi il progetto Spesasospesa.org, che si avvale della tecnologia blockchain della piattaforma Regusto per garantire tracciabilità e trasparenza delle donazioni alimentari ricevute, donazioni poi distribuite sui territori dalle associazioni e dai Comuni aderenti.

Rolfi: ruolo agricoltura essenziale

“Il ruolo dell’agricoltura è essenziale per produrre cibo a sufficienza per tutti – ha ricordato dunque  Rolfi –. Vogliamo dare valore al cibo lungo tutta la filiera agroalimentare, finanziando progetti volti a ridurre gli sprechi alimentari dal campo alla tavola, recuperando e ridistribuendo le eccedenze alimentari. In questo daremo priorità all’innovazione. Per favorire lo sviluppo, l’ampliamento o la costituzione di reti che creino progetti in grado di coinvolgere tutta la filiera. Privilegiando la tematica dell’accesso al cibo da parte dei cittadini con la collaborazione dei produttori”.

Locatelli: proseguono buone pratiche della Regione

“Regione Lombardia prosegue il suo impegno nella promozione di buone pratiche per garantire il diritto fondamentale di tutti gli individui ad accedere al cibo – ha spiegato Locatelli – , favorendo la realizzazione di progetti per quei cittadini che non riescono a garantirsi un’alimentazione sufficiente e sicura. Mettere al centro delle nostre politiche la riduzione dello spreco alimentare è fondamentale. Soprattutto in un periodo in cui emergono nuove povertà – ha continuato –. L’obiettivo dei prossimi mesi è, infatti, raggiungere un numero sempre maggiore di persone che faticano ad accedere ai servizi, senza perdere mai di vista l’ambizioso traguardo di ridurre lo spreco alimentare del 30% entro il 2025 e del 50% nel 2030”.

In particolare, la legge regionale di riferimento (n.34/2015, “Legge di riconoscimento, tutela e promozione del diritto al cibo”) prevede la riduzione del 50%dello spreco alimentare entro il 2025.

Cattaneo: sostegno concreto alle realtà del terzo settore

Vogliamo sostenere le realtà che operano nel Terzo settore e si rendono disponibili a non far mancare cibo a chi ne ha bisogno. Regione Lombardia guarda alla sostenibilità e all’economia circolare – ha sottolineato l’assessore all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo – che anche in questo campo è un alleato che permette di ridurre gli sprechi, sostenendo i progetti a favore di aiuta chi è in difficoltà. Lo facciamo contribuendo a eliminare lo spreco di cibo e guardando anche all’ambiente. Poiché i progetti che saranno sviluppati permetteranno sicuramente una diminuzione consistente di rifiuti organici”.

La legge regionale sul Diritto al cibo

La legge prevede tra l’altro, al punto 7 dell’articolo 1, che Regione Lombardia persegua “il raggiungimento del pieno diritto al cibo anche ricorrendo a una gamma di strumenti trasversali, comprendenti misure e incentivi che favoriscano e promuovano sistemi alimentari più sostenibili e un consumo sostenibile; il sostegno alla ricerca e all'innovazione per la transizione a regimi agricoli e alimentari sostenibili; lo stimolo alla partecipazione attiva dei cittadini al processo di transizione del modello alimentare regionale.

Il testo integrale della legge è disponibile a questo link.

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21 mag 2021

Torna la Giornata nazionale sulla Bioeconomia, ovvero quell’economia centrata su un nuovo modello di sviluppo che utilizza le risorse biologiche terrestri e marine, nonché gli scarti, come input per l’alimentazione, la produzione industriale e quella di energia.

Organizzata dal Cluster nazionale SPRING insieme ad Assobiotec e in programma quest’anno il 27 maggio, la Giornata nazionale alla sua terza edizione rappresenta un momento importante: a livello divulgativo per presentare a un pubblico diversificato cos’è e quali opportunità offre, e come approfondimento per chi già opera in questo ambito.

Visto il contesto della pandemia, tutti gli appuntamenti si terranno come eventi social, webinar e workshop online.

Tra gli eventi previsti c’è quello promosso da APRE - Agenzia Per la Promozione della Ricerca Europea, che organizza un webinar (dalle ore 11 alle ore 13) sulla formazione per la Bioeconomia nelle scuole: A scuola di futuro con la Bioeconomia presenterà una serie di buone pratiche e progetti messi in campo con gli alunni delle scuole di diverso ordine e grado.

Un’occasione, anche, per presentare il libro per bambini “Scopriamo la Bioeconomia” promosso dal progetto TRANSITION2BIO. Come seconda sessione invece un dialogo tra rappresentanti delle istituzioni, del mondo della ricerca e dell’industria sul ruolo della Bioeconomia nella scuola della transizione ecologica.

Per registrarti al webinar APRE, clicca qui.

Per il programma, vai a questo link.

Il Rapporto sulla Bioeconomia

Come ricorda l’ultimo Rapporto sulla Bioeconomia, realizzato dalla Direzione Centro Studi di Intesa Sanpaolo in collaborazione con Assobiotec, “la necessità di una transizione rapida verso un nuovo modello di sviluppo sostenibile e resiliente assegna alla Bioeconomia un ruolo molto rilevante. La sua natura fortemente connessa al territorio, la sua capacità di creare filiere multidisciplinari integrate nelle aree locali e di restituire, grazie a un approccio circolare, importanti nutrienti al terreno, la pongono come uno dei pilastri del Green New Deal lanciato dall’Unione Europea”.

(per leggere il Rapporto completo, pubblicato a giugno 2020, vai questo link).

Tra i settori in cui l’Italia può essere competitiva nel campo della Bioeconomia c’è - accanto a agricoltura, silvicoltura, pesca, alimentare, industria del legno e della carta - quella parte del settore chimico che può utilizzare prodotti rinnovabili come input.

Il ruolo del Cluster LGCA

A livello regionale un ruolo centrale nella promozione della Bioeconomia, dei sui orizzonti e delle sue potenzialità è infatti quello del Cluster LGCA - Lombardy Green Chemistry Association, che ha come fondatori Consorzio ItalbiotecInnovhub-SSIPolitecnico di MilanoUniversità degli Studi di Milano e come aree di interesse Chimica sostenibile, Bioraffinerie, Bioeconomia del futuro. Perché quest’ultima, sottolinea il Cluster, rappresenta “un passaggio obbligato per affrontare le grandi sfide planetarie: mutamenti climatici, scarsità di risorse, tutela dell’ambiente, multifunzionalità dell’agricoltura, salute, miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, nuove opportunità di crescita e occupazione, rafforzamento della competitività delle imprese”.

Il Cluster per la Chimica verde, che sostiene e partecipa a diversi progetti di Bioeconomia già avviati, è ora anche uno dei firmatari del Protocollo regionale lombardo sullo Sviluppo Sostenibile, l’iniziativa con cui Regione Lombardia ha voluto mettere in rete e a sistema tutti gli attori del territorio interessati a economia circolare, bioeconomia e agli altri ambiti e azioni promossi dall’Agenda ONU 2030.

Con l’adesione del Cluster LGCA salgono a 79 le realtà che hanno scelto di condividere il percorso e gli impegni previsti dal Protocollo regionale.

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13 mag 2021

Gruppo CAP, che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, ha firmato il Protocollo per lo Sviluppo sostenibile di Regione Lombardia, confermando il suo impegno concreto nel raggiungere i 17 SDGs dell’Agenda ONU 2030.

Sale così a 78 il numero di associazioni, imprese, università e centri di ricerca aderenti al Protocollo. Una rete di eccellenze, per un progetto condiviso di crescita e sviluppo ambientale, sociale ed economico del territorio. Per fare della Lombardia una delle regioni leader in Europa nei settori della transizione energetica e della decarbonizzazione.

La sottoscrizione del Protocollo per lo sviluppo sostenibile da parte del Gruppo CAP - commenta l’assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo - rappresenta un altro tassello del patto tra istituzioni e imprese, che abbiamo voluto avviare proprio con il Protocollo, per conseguire gli obiettivi dello sviluppo sostenibile. La nuova sfida che abbiamo di fronte è dimostrare che l’ambiente è il nuovo nome dello sviluppo e che questo orienterà l’azione delle imprese. L’adesione da parte di una realtà attiva sul fronte del ciclo idrico e dell’economia circolare conferma che il cammino verso l'economia circolare, già imboccato da tempo da Regione Lombardia, prosegue con lobiettivo di essere la regione leader di questa transizione in Italia e in Europa”.

Per il Gruppo CAP, la sottoscrizione del Protocollo - il 6 maggio, con l’assessore Cattaneo e il presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP Alessandro Russo - rafforzerà la strategia di green economy già avviata due anni fa con il Piano di Sostenibilità della water utility, ispirato a tre principi guida: Sensibili, Resilienti e Innovatori.

Gli obiettivi su acqua, CO2, fanghi

In particolare, tra gli obiettivi indicati dal Piano di Sostenibilità c’è la riduzione di sprechi di acqua potabile, stimati in 20 milioni di metri cubi, incentivando l’utilizzo di acqua depurata per usi non domestici (irrigazione, pulizie) che passeranno da 750 mila metri cubi attuali fino ad arrivare a 6 milioni di metri cubi al 2033.

Guardando all’economia circolare, CAP intende massimizzare la maggior quantità possibile di energia e materia dalle attività produttive, per arrivare a ridurre entro il 2033 l’impatto di CO2 del 40% e il volume dei fanghi prodotti dalla depurazione dell’acqua dell’87%. Innovazione e digitalizzazione passano dal processo di modernizzazione di reti e impianti, dove la water utility prevede di ridurre il tasso di dispersione dal 24% al 15%, allineandosi al target indicato proprio dal PNRR.

Gli impegni del Protocollo

Aderendo al Protocollo, imprese, associazioni, università e centri ricerche si impegnano ad applicare in modo capillare strategie mirate a partire dalle proprie competenze e dalle proprie specificità, in favore dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati dall’ONU con l’Agenda 2030 che traccia l’insieme dei traguardi da raggiungere a livello globale. 

Il Protocollo lombardo ha acquistato un rilievo internazionale con la presentazione all’SDGs Summit delle Nazioni Unite (New York, 24-25 settembre) nel 2019, quale acceleration action per l’implementazione degli obiettivi di Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile a livello territoriale.

Qui il link al comunicato stampa completo di Gruppo CAP.

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7 mag 2021

Non ci può essere transizione ecologica senza economia circolare. E le possibilità di evitare una catastrofe climatica sono legate al rilancio dell’economia circolare da cui dipende il 39% dei tagli di CO2. Ma per raggiungere questo obiettivo occorre, a livello globale, raddoppiare l’attuale tasso di circolarità delle merci passando dall’8,6% al 17%.

Queste in sintesi le conclusioni a cui arriva il Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia 2021 realizzato dal CEN - Circular Economy Network, la rete promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile assieme a un gruppo di aziende e associazioni di impresa in collaborazione con Enea.

La terza edizione, presentata a marzo dal presidente CEN Edo Ronchi e dal direttore del Dipartimento sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali Enea Roberto Morabito, con un intervento video dell ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, vede anzitutto l’Italia per il terzo anno consecutivo in testa nel confronto sulla circolarità tra le cinque principali economie dell’Unione europea ovvero Germania, Francia, Italia, Spagna e Polonia (che con l’uscita del Regno Unito dall’UE risulta la 5° economia).

Per questi cinque Paesi sono stati analizzati i risultati raggiunti nelle aree della produzione, del consumo, della gestione circolare dei rifiuti, degli investimenti e dell’occupazione nel riciclo, nella riparazione, nel riutilizzo.

Sommando i punteggi di ogni settore, si ottiene un indice di performance sull’economia circolare che nel 2021 conferma la prima posizione dell’Italia con 79 punti, seguita dalla Francia con 68 (in crescita di un punto), dalla Germania e Spagna con 65 e dalla Polonia con 54.

Le performance dell’Italia voce per voce

Nel dettaglio, ad esempio la quota di riciclo complessiva del Belpaese è del 68%, di undici punti percentuali sopra la media europea del 57%; il tasso italiano di uso circolare di materia è del 19.3%, sopra la media europea dell’11,9%: inferiore a quello di Paesi Bassi (28,5%), Belgio (24%) e Francia (20,1%), ma superiore a quello della Germania (12,2%).

Per la produttività delle risorse, il nostro Paese crea il maggiore valore economico per unità di consumo di materia: ogni kg di risorsa consumata genera 3,3 euro di PIL, contro una media europea di 1,98 euro.

Buona è anche la produttività energetica: 8,1 euro prodotti per kg equivalente di petrolio consumato. Il consumo interno di materiali per l’Italia nel 2019 è pari a 490 Mt, stabile rispetto all’anno precedente. Nel confronto con le principali economie europee, il nostro Paese rappresenta la realtà con i consumi minori insieme alla Spagna, per un valore di materia consumata pari a oltre metà di quello registrato per la Germania.

Nel 2018 i primi cinque Paesi per consumo di energia coincidono con le cinque economie più avanzate del continente. In particolare, l’Italia impiega circa 116 mila TEP (Tonnellate equivalenti petrolio) di energia all’anno, rimanendo costante rispetto all’anno precedente. In termini di quota di energia rinnovabile utilizzata rispetto al consumo totale di energia, l’Italia perde il suo primato scendendo al secondo posto, dietro alla Spagna, con il 18,2% di energia prodotta da fonti rinnovabili rispetto al consumo finale lordo.

La produzione pro capite di rifiuti urbani in Italia nel 2019 rimane costante a 499 kg/abitante, contro una produzione media europea di 502 kg/ab. La produzione dei rifiuti rispetto al PIL mostra un disaccoppiamento sempre più marcato a partire dal 2011, fino a raggiungere un significativo divario negli ultimi anni: a fronte di una produzione dei rifiuti sostanzialmente stabile, il PIL è cresciuto del 4,3% nel periodo 2015-2019.

Il riciclo dei rifiuti urbani nel 2019, secondo i dati ISPRA, è del 46,9%, in linea con la media europea, posizionando l’Italia al secondo posto dopo la Germania. La percentuale di riciclo di tutti i rifiuti è invece al 68%, nettamente superiore alla media europea (57%): al primo posto fra le principali economie europee.

L’Italia è invece ultima fra le grandi economie europee per numero di brevetti depositati.

Per quanto riguarda l’occupazione nei settori della riparazione, del riutilizzo e del riciclo l’Italia è al secondo posto, dietro alla Polonia, ma comunque davanti a Francia, Germania e Spagna.

L’orizzonte globale

Il focus del rapporto di quest’anno è il contributo che l’economia circolare dà alla lotta ai cambiamenti climatici.

Secondo il Circularity Gap Report 2021 del Circle Economy – che misura la circolarità dell’economia mondiale - raddoppiando l’attuale tasso di circolarità dall8,6% (dato 2019) al 17%, si possono ridurre i consumi di materia dalle attuali 100 a 79 gigatonnellate e tagliare le emissioni globali di gas serra del 39% l’anno. Avvicinandosi così all’obiettivo zero emissioni al 2050 previsto dall’Unione europea per rispettare l’Accordo di Parigi del 2015.

In questa direzione, indicata dalla Ue, l’Italia ha compiuto alcuni importanti passi avanti. Nel settembre 2020 sono stati approvati i decreti legislativi di recepimento delle direttive in materia di rifiuti contenute nel Pacchetto economia circolare mirato a prevenire la produzione di rifiuti, incrementare il recupero di materie prime seconde, portare il riciclo dei rifiuti urbani ad almeno il 65% entro il 2035, ridurre a meno del 10% entro la stessa data lo smaltimento in discarica.

Entro il marzo 2022 dovrà inoltre essere approvato il Programma nazionale di gestione dei rifiuti. E il nuovo Piano Transizione 4.0, più orientato alla sostenibilità rispetto al precedente Piano Industria 4.0, prevede specifiche agevolazioni per gli investimenti delle imprese finalizzati all’economia circolare. Misure che il CEN giudica importanti, ma non ancora sufficienti.

“Presi dalle emergenze, in Italia stiamo sottovalutando la portata del cambiamento europeo in atto verso l’economia circolare. Nella corsa verso un nuovo modello circolare il nostro Paese è tra i paesi leader in Europa, ma stiamo perdendo posizioni  – ha sottolineato Edo Ronchi, presidente del CEN -. È un’occasione che non possiamo mancare, non solo per l’ambiente ma anche per la competitività delle aziende italiane”.

Il rapporto completo è scaricabile dal sito del Circular Economy Network a questo link.

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28 apr 2021

Enel Italia ha sottoscritto il Protocollo lombardo Sviluppo Sostenibile di Regione Lombardia.

Azienda italiana tra i leader mondiali nello sviluppo delle fonti di energia rinnovabile e di infrastrutture sostenibili, Enel Italia, con la sua firma, si propone come un attore chiave nella transizione di Regione Lombardia verso un futuro sostenibile, resiliente e a emissioni zero.

Le sue aree di competenza sono molte e ampiamente legate agli obiettivi di Regione: sviluppo di impianti rinnovabili su edifici di proprietà pubblica come uffici, scuole, ospedali, centri sportivi; interventi per trasformare la rete elettrica in una smart grid, indispensabile per una crescita su larga scala delle fonti rinnovabili; supporto alle Amministrazioni attraverso strumenti digitali per la pianificazione dei servizi pubblici e lo sviluppo di smart cities; contributi a una mobilità sostenibile e integrata.

“La sottoscrizione del Protocollo per lo sviluppo sostenibile da parte di Enel - commenta l’Assessore all’Ambiente e clima di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo – rappresenta il segno di patto tra istituzioni e imprese, che abbiamo voluto avviare proprio con il Protocollo, nel conseguire obbiettivi di sviluppo sostenibile. Le sfide che oggi dobbiamo affrontare sono la transizione dei sistemi economici, produttivi e sociali verso la neutralità carbonica, l’economia circolare, l’energia da fonti rinnovabili e la sostenibilità ambientale. Regione Lombardia vuole accompagnare questa transizione, prioritaria per il nostro Paese, al fianco delle imprese e delle istituzioni e dei cittadini. L’adesione da parte di una realtà così decisiva in questo percorso come Enel è un fatto di grande rilievo”.

Per leggere il comunicato di Enel Italia clicca qui.

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22 apr 2021

Sono passati 51 anni da quel lontano 22 aprile 1970, quando decine di milioni di giovani statunitensi manifestarono per la prima Giornata della Terra in difesa dell’ambiente in una data simbolica, un mese e un giorno dopo l'equinozio di primavera.

Da allora, l’iniziativa si è estesa in tutto il mondo ramificandosi in una serie di appuntamenti che ormai prendono idealmente inizio un mese prima, il 22 marzo, con la Giornata mondiale dell’acqua: ogni anno, l’Earth Day coinvolge oltre un miliardo di persone grazie all’azione di più di 22 mila partner in oltre 190 Paesi del mondo.

Il vertice mondiale promosso dagli USA

Ma se è cresciuta la sensibilizzazione di vecchie e nuove generazioni sulle emergenze che minacciano la salute e la sopravvivenza del Pianeta, le soluzioni messe a punto da governi e istituzioni internazionali non sono state messe a punto altrettanto rapidamente: proprio il 22 aprile, gli USA del presidente Joe Biden avviano un meeting virtuale di 48 ore sul clima coinvolgendo 40 nazioni.

L’obiettivo è rilanciare gli impegni presi per contenere l’aumento della temperatura globale così che non vada oltre un + 1,5°: e dunque non più azzerare le emissioni di anidride carbonica entro il 2050 ma ridurle di circa il 50% già entro il 2030.

Da parte sua, l’Europa si è mossa alla vigilia del vertice con una scelta chiara, in vista della neutralità climatica già fissata come obiettivo per il 2050: e ha adottato un taglio delle emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.

I cambiamenti climatici e tutte le loro conseguenze sono dunque la prima emergenza da affrontare, in modo sistematico e coordinato a livello mondiale. Un impegno che non può però cancellare quello per la revisione complessiva degli stili di vita dei Paesi a economia più sviluppata e il rapporto con le risorse naturali a disposizione.

I numeri dell’Overshoot Day sul consumo di risorse naturali

Che si tratti di un rapporto squilibrato lo mostra da anni l’Overshoot Day, con cui si cerca di misurare e rendere tangibile il vorace consumo degli ecosistemi che pure ci sostentano. Sulla base di una serie di parametri relativi ad esempio al consumo di acqua e cibo, l’Overshoot Day calcola infatti quando durante l’anno idealmente la Terra esaurirebbe le risorse che impiega un anno a rigenerare, se tutti i suoi abitanti adottassero le abitudini alimentari e di consumo del Paese preso a riferimento.

Questo evidenzia tra l’altro enormi differenze nell’impatto ambientale delle varie nazioni. Per l’Italia, ad esempio, nel 2021 l’Overshoot Day è previsto per il 13 maggio, mentre i consumi del Ghana esaurirebbero le risorse terrestri ben cinque mesi dopo, il 13 ottobre, quelli dell’Ecuador addirittura il 7 dicembre.

Per non parlare di Paesi energivori e ricchi come USA e Canada: per loro il sorpasso delle risorse naturali è arrivato quest’anno il 14 marzo, anche se il record spetta al Qatar,i il cui Overshoot Day 2021 è scattato addirittura il 9 febbraio.

Temi e appuntamenti

I nodi da affrontare e gestire con urgenza sono molti: acidificazione degi oceani, inquinamento delle acque da microplastiche e, ancora prima, accesso all’acqua potabile per 1 miliardo di persone che ancora oggi non lo ha; scioglimento dei ghiacciai e innalzamento del livello dei mari.

Per questo l’Earth Day 2021 mette l’accento sulla necessità di agire e trovare soluzioni per, appunto, Restore our Earth”, rigenerare il nostro Pianeta.

In Italia, tra gli appuntamenti da segnalare c’é anche la maratona multimediale - tredici ore di diretta streaming, fino alle 20.30 - promossa per la seconda edizione di #OnePeopleOnePlanet: con interventi, approfondimenti, testimonianze,  performance in diretta su Rai Play e on demand sulla piattaforma www.onepeopleoneplanet.it.

 

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16 apr 2021

Il Protocollo, che sancisce l’impegno dei suoi sottoscrittori ad applicare il principio dello sviluppo sostenibile e a intraprendere azioni precise per realizzarlo, aggiunge due firme di rilievo alle 75 già presenti. Dal 30 marzo si è aggiunta infatti quella di Finlombarda S.p.A., la società finanziaria di Regione Lombardia che progetta, realizza e gestisce prodotti e servizi finanziari a sostegno delle imprese e dei professionisti lombardi, e affianca Regione Lombardia nella strutturazione di operazioni finanziarie in ambiti strategici per l’attrattività e la competitività del territorio.

Con l’adesione al Protocollo, Finlombarda rende ufficiale il suo impegno verso il raggiungimento dei Sustainable Development Goals (SDGs) di Agenda 2030 – l’agenda delle Nazioni Unite cui Unione Europea, Stato e Regione Lombardia aderiscono. Le sue azioni saranno legate a economia circolare, transizione ecologica e finanza sostenibile e si concentreranno specialmente sui goal 8 – “lavoro dignitoso e crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile”, 9 – “infrastruttura resiliente, promozione dell’innovazione e industrializzazione equa, responsabile e sostenibile” e 12 – “modelli responsabili di produzione e di consumo”.

“Il Protocollo per lo Sviluppo Sostenibile – ha ricordato l’assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo – vede già la sottoscrizione di 75 soggetti lombardi che hanno individuato e stanno sviluppando nella nostra regione centinaia di azioni a favore della sostenibilità. Esso rappresenta, all’interno del Piano regionale di sviluppo, la sede in cui Regione con le società regionali a essa collegate come Finlombarda, Enti locali e rappresentanti della società lombarda condividono gli obiettivi di sostenibilità. Lo sviluppo sostenibile guarda infatti a tutti i settori ed è l’unico modello di sviluppo possibile, non solo per l’ambiente, ma anche per l’economia e la finanza”.

Per leggere anche il comunicato stampa di Finlombarda clicca qui.

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15 apr 2021

Regione Lombardia si dota - prima e per ora unica Regione italiana a farlo - di un Catalogo regionale dei sussidi, sul modello di quello nazionale: ovvero un elenco ragionato dell’insieme degli interventi che hanno un effetto sull’ambiente, quale strumento di affiancamento alle decisioni pubbliche all’interno di una prospettiva di intervento che tiene conto anche di tematiche sociali e competitività economica.

Il punto di partenza

A livello nazionale il Catalogo, arrivato alla terza edizione, è curato dal Ministero della transizione ecologica e presentato annualmente al Parlamento; la Legge di Bilancio 2020 ha attribuito poi al Ministero dell’Ambiente il compito di studiare proposte per la programmazione della riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi, per cui è stata costituita una specifica Commissione interministeriale.

Il Catalogo nazionale utilizza una accezione molto ampia di sussidio in cui sono ricompresi “incentivi, agevolazioni, finanziamenti agevolati ed esenzioni da tributi finalizzati alla tutela dell’ambiente”.

Alla base, una macro-distinzione tra sussidi diretti (on-budget) in bilancio versante delle spese e sussidi indiretti (off-budget), quantificabili attraverso stime o simulazioni differenziali del minor gettito ottenuto rispetto ai benchmark di riferimento.

La terza edizione del Catalogo nazionale (CSA) ha identificato 171 misure con effetti ambientali potenzialmente rilevanti, per un totale di circa 44 miliardi di euro, classificati in tre categorie: sussidi ambientalmente dannosi (SAD) pari a 19,7 miliardi di euro, sussidi ambientalmente favorevoli (SAF) pari a 15,3 miliardi e sussidi incerti per 8,6 miliardi.

Il Catalogo regionale: il percorso

La novità lombarda, presentata dall’assessore ad Ambiente e Clima Raffaele Cattaneo alla Giunta regionale e nel corso del Primo Forum Regionale Sviluppo Sostenibile (per guardare il video, vai a questa pagina), non si limita a duplicare il livello nazionale ma si inserisce nella Strategia per lo Sviluppo Sostenibile di Regione Lombardia avviata nel 2018: un insieme di azioni e iniziative, pensate per rappresentare un passo avanti verso modelli di vita, di produzione e consumo più equilibrati, caratterizzati da un uso responsabile delle risorse a partire da quelle pubbliche.

In particolare, dalla Strategia è nato nel 2019 il Protocollo lombardo per lo sviluppo sostenibile, sottoscritto dai principali rappresentanti istituzionali e associativi, dal mondo della ricerca e dalle parti sociali del territorio. Tra gli impegni presi da Regione Lombardia è previsto proprio il Catalogo regionale dei sussidi. 

Il Catalogo regionale è stato costruito, con il supporto di PoliS Lombardia e grazie al confronto con le Direzioni Generali, mantenendo un allineamento alla metodologia nazionale, così da poter garantire un eventuale raffronto.

Le cifre a livello regionale

Il lavoro condotto ha permesso di identificare nel Catalogo regionale sussidi ambientalmente favorevoli pari a 224,9 milioni di euro e sussidi ambientalmente dannosi pari a 215,9 milioni di euro, concentrati soprattutto nei sussidi indiretti.

Sussidi indiretti (16 schede)

Nel caso della ricognizione regionale, i sussidi indiretti possono venire dalla disapplicazione dei tributi nazionali o dall’estensione delle fattispecie agevolative, dall’applicazione di aliquote inferiori a quelle applicate in altre regioni, dal mancato adeguamento nel tempo delle aliquote all’inflazione.

È stata quindi condotta una comparazione con altre realtà regionali (Veneto, Toscana, Emilia R., Piemonte), utile quale confronto di benchmark, che ha consentito di definire ordini di grandezza di possibili rimodulazioni per taluni tributi (tassa automobilistica, addizionale gas metano, emissioni sonore degli aeromobili, benzina per autotrazione, canoni d’uso delle risorse,….) che potrebbero rendere disponibili risorse aggiuntive per opere e interventi di miglioramento e compensazione ambientale.

Le possibili leve

Dall’analisi complessiva è ad esempio emerso che risorse importanti (oltre 300 milioni di euro) potrebbero essere ottenute attraverso la rimodulazione dei due maggiori tributi propri derivati (tassa automobilistica e addizionale metano).

L’indagine ha messo in luce anche una serie di misure che sono state giudicate come ambientalmente incerte, in particolare rispetto a riduzioni/estensioni della tassa automobilistica, che costituiscono un fattore di miglioramento qualitativo del parco veicolare ma anche un incentivo all’incremento quantitativo delle auto in circolazione.

I SAF attualmente adottati attraverso il sistema fiscale riguardano ancora l’applicazione della tassa automobilistica (una misura) e l’IRAP (tre misure, ancora da quantificare).

In entrambi i casi si tratta di iniziative recenti, attraverso le quali il governo regionale ha introdotto esplicitamente elementi di selettività e condizionalità che incentivano scelte ambientalmente favorevoli: nel primo caso rispetto alla composizione qualitativa delle nuove auto (con il vincolo assoluto di rottamarne delle vecchie); nel secondo riguardo alle scelte insediative delle attività produttive, favorendo logiche di prossimità e di rigenerazione urbana e territoriale. Best practice che potrebbero guidare ulteriori tentativi di utilizzare la leva fiscale non solo come strumento di gettito, ma anche come opportunità per indirizzare le preferenze dei singoli agenti economici verso obiettivi di interesse collettivo.

Sussidi diretti (94 schede)

Il Catalogo riporta le informazioni relative ad alcuni raggruppamenti tematici: agricoltura e pesca, ambiente e clima, infrastrutture, trasporti e mobilità sostenibile, sviluppo economico e bandi POR FESR 2014-2020.

La stragrande maggioranza delle misure inserite risultano SAF, con la particolare rilevanza dei fondi veicolati attraverso il Piano di sviluppo rurale (144 milioni di euro di SAF) e quelli legati al finanziamento della mobilità sostenibile. L’indicazione che ne scaturisce è, comunque, quella di accentuare attraverso i meccanismi selettivi e di condizionalità l’attenzione alle tematiche ambientali; in tal senso particolarmente rilevante il ruolo dell’Autorità Ambientale per l’utilizzo dei fondi strutturali, che agisce in una logica di integrazione della sostenibilità nella fase di costruzione delle diverse misure.

Un binomio fuorviante

Seguendo l’impostazione del Catalogo nazionale, si è utilizzata la nomenclatura che parla di sussidi ambientalmente dannosi e di sussidi ambientalmente favorevoli; tuttavia, tale rappresentazione sintetica “dannoso-favorevole” rischia di essere fuorviante, se non integrata con la valutazione del corredo informativo complessivo presente nella documentazione. 

Si verifica infatti che taluni sussidi individuati come favorevoli per il profilo ambientale non necessariamente sono, nel loro complesso, un’azione efficace della P.A., perché ad esempio si tratta di misure troppo costose rispetto ai benefici ambientali realmente prodotti o perché nel complesso non sostenibili se si considerano le ricadute sociali. Così come alcuni sussidi classificabili come ambientalmente dannosi prevedono un potenziale danno ambientale minimale, rispetto ad altre forme di beneficio complessivo.

Il Catalogo verrà aggiornato nel 2021 sempre coinvolgendo le Direzioni Generali e proponendo che l’approccio diventi ancora più sistemico nella fase di proposizione e preparazione delle politiche, per dare luogo a una valutazione dell’incidenza ambientale ex-ante dei sussidi. In un meccanismo decisionale di più ampio respiro, in cui le considerazioni di carattere ambientale vengono affiancate da valutazioni di carattere sociale ed economico, per massimizzare il risultato netto per la collettività.

 

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7 apr 2021

Una nuova spinta verso l’economia circolare: una misura da 3,6 milioni di euro di agevolazioni alle Micro, Piccole e Medie imprese perché adottino quest’ottica, con ricadute importanti sulle filiere lombarde.

L’iniziativa arriva da Regione Lombardia. Su proposta dell’assessore allo Sviluppo Economico Guido Guidesi e di concerto con l’assessore ad Ambiente e Clima Raffaelle Cattaneo, la Giunta regionale nella seduta del 7 aprile ha approvato i criteri del ‘Bando di sostegno alle MPMI’’.

Il bando mette a disposizione 3 milioni 621 mila euro. L’edizione 2021 sarà attuata da Unioncamere Lombardia: il testo verrà pubblicato entro fine aprile.

L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto pari al 40% delle spese sostenute, per un investimento minimo di 40 mila euro e un contributo massimo concedibile di 120 mila euro.

Chi può partecipare

Obiettivo è promuovere e riqualificare le filiere lombarde, la loro innovazione e il riposizionamento competitivo di interi comparti rispetto ai mercati, in ottica di economia circolare.

Vi possono partecipare le Micro Piccole e Medie imprese aventi sede operativa in Lombardia, in forma singola o in aggregazione composta da almeno 3 imprese rappresentanti la filiera produttiva.

Guidesi: bando richiesto da imprese

“Si tratta di una misura fortemente richiesta dalle imprese lombarde” nota l’assessore Guidesi. “Negli incontri avuti con gli imprenditori, infatti, uno dei temi principali su cui c’è sempre stato grande consenso è proprio sull’economia circolare. Soprattutto per i riflessi positivi che ha sull’indotto”. “È altresì utile valorizzare le filiere – prosegue – ed è anche questo uno dei fattori caratterizzanti della misura”.

Cattaneo: sostenere chi applica sostenibilità

“Il percorso verso l’economia circolare rappresenta un passaggio fondamentale per lo sviluppo delle imprese e Regione Lombardia guarda con favore ai percorsi che fanno della sostenibilità il proprio driver di crescita”, spiega Raffaele Cattaneo, assessore all’Ambiente e Clima. “Attraverso questo bando – ha continuato – vogliamo sostenere le imprese che adottano soluzioni alternative e creative di produzione, come il recupero dei materiali e il riuso dei beni. La sostenibilità – ha chiosato – rappresenta infatti il nuovo nome dello sviluppo, in particolaere in questo momento di crisi”.

Gli ambiti dei progetti

Sono numerosi i progetti che si potranno presentare, in questi ambiti: innovazione di prodotto e processo in tema di utilizzo efficiente delle risorse, utilizzo di sottoprodotti nei cicli produttivi. Finanziata anche la riduzione di produzione rifiuti e il riutilizzo di beni e materiali.

Le innovazioni di processo o di prodotto per quanto riguarda la produzione e l’utilizzo di prodotti da recupero di rifiuti. Sono previste le attività di preparazione per il riutilizzo e progettazione e sperimentazione di modelli tecnologici integrati finalizzati al rafforzamento della filiera.

Risorse anche per Eco-design e strumenti medicali

Saranno ammessi anche progetti di sperimentazione e applicazione di strumenti per l’incremento della durata di vita dei prodotti ed il miglioramento del loro riutilizzo e della loro riciclabilità (Eco-design).

Prevista inoltre l’implementazione di strumenti e metodologie per l’uso razionale delle risorse naturali. Si punta alla riconversione della produzione per realizzare nuovi materiali, prototipi, per lo sviluppo di dispositivi e/o componenti anche in ambito medicale o per la sicurezza sul lavoro.

I progetti dovranno essere realizzati entro 12 mesi dall’approvazione della graduatoria. Il termine di rendicontazione scadrà nel 2022.

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6 apr 2021

Si è concluso a fine marzo il progetto Interreg Spazio Alpino “AlpLinkBioEco”, nato tre anni fa nell’ambito della Strategia macroregionale Alpina EUSALP con l’obiettivo di sviluppare proposte interregionali per il potenziamento delle filiere innovative nel settore della bioeconomia circolare.

Partner di AlpLinkBioEco sono Confindustria Lombardia e il Cluster lombardo della chimica verde (LGCA). Oltre a Regione Lombardia, il progetto ha visto la partecipazione in qualità di osservatore anche del Cluster regionale LE2C.

Nell’arco dei tre anni, AlpLinkBioEco ha lavorato sui temi della bioeconomia e dell’economia circolare come motori per la competitività, portatori di valore aggiunto per le imprese e tasselli fondamentali per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo e i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.

Per sostenere la transizione da un'economia basata sui combustibili fossili a un’economia biobased, a inizio progetto è stato sviluppato un database interattivo, il Value Chain Generator, mappando decine di associazioni settoriali e centinaia di aziende e successivamente sviluppando nuove catene del valore e occasioni di simbiosi industriale a livello locale, nazionale e transnazionale.

Inoltre, grazie alla raccolta di input da stakeholders politici e industriali delle regioni europee coinvolte, è stato definito un piano di azione condiviso (Masterplan) per stimolare lo sviluppo della bioeconomia nello Spazio Alpino.

Una nuova sfida: i numeri lombardi

“La sfida di oggi consiste nell’integrare la bioeconomia e l’economia circolare: unire il modello circolare a un modello che guarda all’impiego delle risorse biologiche L’azione di Regione Lombardia - nota l’assessore all’Ambiente e clima di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo - va in questa direzione. Mettiamo in campo politiche che guardano alla sostenibilità, in un’ottica di alleanza tra imprese e ambiente. E lo stesso va fatto anche per la bioeconomia che va sostenuta affinché sviluppi azioni che guardano all’economia circolare. Infatti, in Lombardia ci sono più di 25 mila imprese che operano nel settore biochimico, oltre un quinto del totale in Italia, che fanno della ricerca e dell’innovazione un loro punto di forza. Investono oltre 3 miliardi di euro e gli addetti del settore arrivano a 33 mila (su 50 mila in Italia). E il ruolo del Progetto AlpLinkBioEco è fondamentale perché ha creato valore, supportando le imprese in questa sfida. Il tutto all’interno di EUSALP che vede Regione Lombardia protagonista, e dove la Green economy e la sostenibilità sono al centro delle politiche delle Regioni alpine”.

“Progetti come AlpLinkBioEco dimostrano che l’industria è l’attore principale della transizione sostenibile, e che le filiere innovative nel settore della bioeconomia e dell’economia circolare sono elementi fondamentali della competitività - il commento del Presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti -. La crisi ci ha insegnato che la dinamicità dei territori è fondamentale e va agevolata valorizzando le specificità del contesto, costruendo un sistema interconnesso. In questa cornice, i progetti macroregionali vanno a inserirsi in un contesto omogeneo e al tempo stesso complementare dal punto di vista delle specializzazioni, creando le condizioni di competitività in cui operano le imprese, sia in termini di produzione che di valorizzazione delle risorse, in una prospettiva di circolarità. Le imprese sapranno certamente cogliere le opportunità offerte dall’economia circolare per crescere e svilupparsi, ma per realizzare questa transizione servono urgentemente regole chiare e certe”.

Il Progetto ha visto la partecipazione di 6 Stati dell’arco alpino (Italia, Francia, Germania, Austria, Svizzera e Slovenia) e organizzazioni di 9 Regioni, di cui 3 facenti parte dei 4 Motori d’Europa (Lombardia, Baden-Württemberg e Auvergne Rhône-Alpes).

Quattordici i partner che hanno lavorato al progetto:

Plastics Innovation Competence Center – Research Center (CH); Business Upper Austria – OÖ Wirtschaftsagentur Ltd. – Regional Public Authority (AT); Poly4EmI hosts by Anteja ECG d.o.o. – Business Support Organization (SI); University of Tuscia – CSALP – University (IT); Confindustria Lombardia – Business Support Organization (IT - Lombardy); BIOPRO Baden-Württemberg GmbH – Regional Development Agency (DE –Baden-Württemberg); Hub Innovazione Trentino – Business Support Organization (IT - Trentino); Technology Center Horb GmbH&Co.KG – Business Support Organization (DE - Stuttgart); Lombardy Green Chemistry Association – Cluster (IT Lombardy); Plastipolis – Business Support Organization (FR - Auvergne Rhône-Alpes); France Clusters – Business Support Organization (FR - Auvergne Rhône-Alpes); Ministry of Education, Science and Sport – Public Administration (SI); Chemie Cluster Bavaria – Cluster (DE - Bavaria); Fraunhofer Italia – Non-profit research Organization (IT – South Tyrol).

 

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2 apr 2021

È stato spento definitivamente l’inceneritore di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. Nelle prossime settimane sarà dismesso e demolito per dare inizio ai lavori di costruzione di una nuova e innovativa Biopiattaforma, che avvierà le prime attività a ottobre del 2022.

La nuova Biopiattaforma

La Biopiattaforma, un progetto unico in Italia e il più importante a livello europeo, avrà due linee di produzione: una per la trasformazione dei rifiuti umidi in biometano, Forsu (frazione umida organica), biocombustibile che riduce l’emissione di anidride carbonica del 97%. L’altra per la trasformazione dei fanghi in fertilizzante e in energia termica per il teleriscaldamento. I fanghi, prodotti ogni anno dai 40 depuratori del Gruppo Cap che fino a oggi erano materia di scarto, serviranno a produrre 11.120 MWh/anno di calore per il teleriscaldamento e recuperare fosforo da impiegare come fertilizzante. In questo modo, il 75% dei fanghi verrà trasformato in energia e il 25% in fertilizzante.

Il nuovo impianto verrà reso operativo con la messa in funzione della prima linea per la trasformazione dei rifiuti umidi nell’ottobre 2022. La messa in funzione di tutto l’impianto industriale è prevista a marzo 2023.

L’atto ufficiale dello spegnimento nella sede di via Manin, il 31 marzo. Presente l’assessore all’Ambiente e Clima della Regione Lombardia Raffaele Cattaneo ed i sindaci dei Comuni del Consorzio che finora hanno ‘bruciato’ i rifiuti nell’impianto, ovvero Roberto Di Stefano (Sesto San Giovanni), Giacomo Ghilardi (Cinisello Balsamo), Angelo Rocchi (Cologno Monzese), Luigi Gianantonio Magistro (Cormano), Ivonne Cosciotti (Pioltello) e Paolo Micheli (Segrate). Oltre, tra gli altri, a Michela Palestra, (Città metropolitana di Milano) e Alessandro Russo (presidente Gruppo Cap).

Cattaneo: Lombardia all’avanguardia per economia circolare

“La sfida che abbiamo di fronte – ha detto Raffaele Cattaneo – è quella di dimostrare che l’ambiente è il nuovo nome dello sviluppo e che questo orienterà l’azione delle imprese. E questo è particolarmente vero in Lombardia perché siamo all’avanguardia non solo in Italia ma anche in Europa e nel mondo sul fronte dell’economia circolare. Il nostro oggi è un sistema che produce 4,6 milioni di tonnellate di rifiuti urbani all’anno quindi, ognuno di noi ne produce 460 kg. Si producono però anche 33 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, di rifiuti delle attività produttive. Il nostro sistema oggi, grazie alla raccolta differenziata che è al 72%, recupera come materia il 62% di quei 4,6 milioni di tonnellate. Inoltre, avvia a recupero di materia addirittura l’80% dei 33 milioni di rifiuti speciali”.

Innovazione per ambiente e sviluppo

“Questo impianto segna una svolta – ha proseguito – e conferma che il passaggio verso l’economia circolare ha bisogno dell’innovazione, della tecnologia e delle imprese. L’economia circolare non è uno slogan, ma una realtà: si fa infatti con impianti innovativi come questo. Esso infatti rappresenta il paradigma di un cambio di fase nelle politiche per la gestione dei rifiuti in Lombardia”.

Leader della transizione ecologica

“Spegniamo un vecchio termovalorizzatore, uno dei più piccoli e meno efficienti per i rifiuti urbani, – ha puntualizzato – e accendiamo un percorso innovativo. Sarà, infatti un impianto, che attraverso la essicazione e termovalorizzazione permetterà una gestione più efficace dei fanghi da depurazione. È incluso anche il recupero dalle ceneri di materia prima che sta scarseggiando in natura come il fosforo.
Permetterà inoltre la produzione di biometano e digestato anaerobico dalla frazione organica dei rifiuti. Tutto ciò conferma – ha concluso l’assessore – che il cammino verso l’economia circolare, già imboccato da tempo da Regione Lombardia, prosegue. L’obiettivo è sempre quello di essere la regione leader di questa transizione in Italia e in Europa”.

Un polo di ricerca avanzata e un progetto UE

La biopiattaforma sarà un impianto innovativo che ospiterà un polo di ricerca avanzata. Entrerà, inoltre, da subito, nello scenario della ricerca internazionale con Circular Biocarbon, il progetto Horizon 2020 che sarà co-finanziato dall’Unione Europea. L’obiettivo è lo sviluppo di una bioraffineria dagli standard avanzati basata sulla valorizzazione dei rifiuti umidi per ottenere prodotti ad alto valore aggiunto. Pronti cioè per la commercializzazione.

Una sfida europea

È una giornata storica per Sesto San Giovanni, per il Nord Milano e per tutta la Lombardia, perché dopo venti anni si spegne il vecchio inceneritore, acceso nel 2001, e si apre una nuova era. Il rispetto per l’ambiente e la trasformazione dei rifiuti in un’ottica di economia circolare saranno infatti i capisaldi del futuro”: così il sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano.

“Abbiamo di fronte a noi una sfida unica a livello europeo – ha sottolineato – e da pionieri abbiamo la grande responsabilità di diventare un modello da seguire. Il rilancio del nostro Paese, sulle grosse sfide della rivoluzione verde e della transizione ecologica chiesta dal Governo parte dai territori. Siamo orgogliosi che il primo passo sia quello di Sesto San Giovanni”.

 

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18 mar 2021

La Giunta di Regione Lombardia, su proposta dell’Assessore all’Ambiente e Clima, ha approvato una delibera che stanzia 1 milione di euro a fondo perduto agli enti non profit per l’acquisto di attrezzature utili al recupero e alla distribuzione degli alimenti invenduti. L’obiettivo, con fini di solidarietà sociale, è prevenire e ridurre la produzione di rifiuti e lo spreco alimentare.

Oggetto di finanziamento: spese sostenute per l’acquisto di attrezzature, beni e applicazioni funzionali al recupero e alla distribuzione dei prodotti alimentari ai fini di solidarietà come veicoli isotermici rinforzati Ir certificati Atp; veicoli frigorifero certificati Atp; abbattitori di temperatura; contenitori isotermici per il trasporto di alimenti; carrelli termici portavivande; celle frigorifere, frigoriferi e congelatori; scaffalature, transpallet ed elevatori; hardware e software per la registrazione degli alimenti devoluti; realizzazione app funzionali all’ottimizzazione della devoluzione; attrezzature da cucina per la trasformazione degli alimenti e strumenti per misurare la temperatura degli alimenti.

Pronto ad aprile il decreto che indicherà i criteri per l’assegnazione delle risorse: le domande dovranno essere presentate tra la prima settimana di aprile e metà di maggio. Le istanze dovranno contenere i preventivi di acquisto delle attrezzature e la documentazione che attesta la tipologia dell’ente. Possono presentare la domanda gli Enti non profit che si occupano dell’attività di recupero e distribuzione dei prodotti alimentari ai fini di solidarietà sociale, aventi i requisiti determinati da Regione Lombardia con la delibera regionale del 31 luglio 2017.

Le domande dovranno essere inviate tramite piattaforma informatica Bandi Online www.bandi.servizirl.it. L’istruttoria verificherà che sussistano i requisiti di ammissibilità di chi inoltra la richiesta, la corretta modalità di presentazione e la completezza documentale della domanda di partecipazione.

I soggetti beneficiari sono tenuti ad acquistare le attrezzature entro 12 mesi a decorrere dalla data di pubblicazione sul Burl dell’elenco cronologico dei soggetti ammessi al finanziamento. La quota minima di autofinanziamento a carico del beneficiario è pari al 10% della spesa ammissibile. Il contributo verrà erogato dietro presentazione delle spese effettivamente sostenute e rendicontate e sarà un finanziamento a fondo perduto, a sportello fino alla concorrenza massima del 90% dell’importo della spesa ammissibile: in ogni caso, non oltre un massimo di 200.000 euro. Potranno essere finanziati unicamente i beni acquistati successivamente all’approvazione dell’elenco cronologico per l’ottenimento del contributo regionale.

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16 mar 2021

La delibera approvata dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore all'Istruzione, Università, Ricerca e Innovazione Fabrizio Sala prevede la riapertura dei termini di presentazione delle candidature al Premio 'Lombardia è ricerca' da parte degli scienziati italiani più importanti fino al 18 giugno 2021. L'obiettivo è consentire una più ampia partecipazione al Premio che verrà assegnato nel corso della Giornata della Ricerca. 

"E' diventato - commenta l'assessore Fabrizio Sala - negli anni il Nobel lombardo della ricerca e di questo ne siamo molto orgogliosi. Quest'anno il premio di 1 milione di euro andrà a chi si distinguerà per una scoperta scientifica che riguarda l'ambito della sostenibilità e della qualità della vita, un'area strategica sempre più importante per Regione Lombardia e per tutti i cittadini che hanno a cuore il futuro del nostro pianeta". 

Il Premio 'Lombardia è Ricerca' assegna 1 milione di euro al ricercatore o al gruppo di ricercatori che realizzano una scoperta di alto valore scientifico che presenti significative ricadute nel campo della sostenibilità ambientale al fine di un miglioramento della qualità della vita, in armonia con il sistema produttivo e la transizione verso nuovi modelli di sviluppo. 

"Il tema della sostenibilità - dice l'assessore regionale all'Ambiente e clima Raffaele Cattaneo - è cruciale nelle scelte politiche della nostra Regione, e l'innovazione è la via per affrontare le nuove sfide, soprattutto in questo anno di pandemia". 

"Lo sviluppo sostenibile infatti - chiosa Cattaneo - non guarda solo all'ambiente, ma interessa trasversalmente tutti i settori e attorno ad esso si gioca la più grande opportunità di sviluppo che abbiamo di fronte". 

"Per questo motivo - ha concluso - vogliamo dare una più ampia possibilità di partecipazione al premio, prolungando i termini per la candidatura".