È stato spento definitivamente l’inceneritore di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. Nelle prossime settimane sarà dismesso e demolito per dare inizio ai lavori di costruzione di una nuova e innovativa Biopiattaforma, che avvierà le prime attività a ottobre del 2022.
La Biopiattaforma, un progetto unico in Italia e il più importante a livello europeo, avrà due linee di produzione: una per la trasformazione dei rifiuti umidi in biometano, Forsu (frazione umida organica), biocombustibile che riduce l’emissione di anidride carbonica del 97%. L’altra per la trasformazione dei fanghi in fertilizzante e in energia termica per il teleriscaldamento. I fanghi, prodotti ogni anno dai 40 depuratori del Gruppo Cap che fino a oggi erano materia di scarto, serviranno a produrre 11.120 MWh/anno di calore per il teleriscaldamento e recuperare fosforo da impiegare come fertilizzante. In questo modo, il 75% dei fanghi verrà trasformato in energia e il 25% in fertilizzante.
Il nuovo impianto verrà reso operativo con la messa in funzione della prima linea per la trasformazione dei rifiuti umidi nell’ottobre 2022. La messa in funzione di tutto l’impianto industriale è prevista a marzo 2023.
L’atto ufficiale dello spegnimento nella sede di via Manin, il 31 marzo. Presente l’assessore all’Ambiente e Clima della Regione Lombardia Raffaele Cattaneo ed i sindaci dei Comuni del Consorzio che finora hanno ‘bruciato’ i rifiuti nell’impianto, ovvero Roberto Di Stefano (Sesto San Giovanni), Giacomo Ghilardi (Cinisello Balsamo), Angelo Rocchi (Cologno Monzese), Luigi Gianantonio Magistro (Cormano), Ivonne Cosciotti (Pioltello) e Paolo Micheli (Segrate). Oltre, tra gli altri, a Michela Palestra, (Città metropolitana di Milano) e Alessandro Russo (presidente Gruppo Cap).
“La sfida che abbiamo di fronte – ha detto Raffaele Cattaneo – è quella di dimostrare che l’ambiente è il nuovo nome dello sviluppo e che questo orienterà l’azione delle imprese. E questo è particolarmente vero in Lombardia perché siamo all’avanguardia non solo in Italia ma anche in Europa e nel mondo sul fronte dell’economia circolare. Il nostro oggi è un sistema che produce 4,6 milioni di tonnellate di rifiuti urbani all’anno quindi, ognuno di noi ne produce 460 kg. Si producono però anche 33 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, di rifiuti delle attività produttive. Il nostro sistema oggi, grazie alla raccolta differenziata che è al 72%, recupera come materia il 62% di quei 4,6 milioni di tonnellate. Inoltre, avvia a recupero di materia addirittura l’80% dei 33 milioni di rifiuti speciali”.
“Questo impianto segna una svolta – ha proseguito – e conferma che il passaggio verso l’economia circolare ha bisogno dell’innovazione, della tecnologia e delle imprese. L’economia circolare non è uno slogan, ma una realtà: si fa infatti con impianti innovativi come questo. Esso infatti rappresenta il paradigma di un cambio di fase nelle politiche per la gestione dei rifiuti in Lombardia”.
“Spegniamo un vecchio termovalorizzatore, uno dei più piccoli e meno efficienti per i rifiuti urbani, – ha puntualizzato – e accendiamo un percorso innovativo. Sarà, infatti un impianto, che attraverso la essicazione e termovalorizzazione permetterà una gestione più efficace dei fanghi da depurazione. È incluso anche il recupero dalle ceneri di materia prima che sta scarseggiando in natura come il fosforo.
Permetterà inoltre la produzione di biometano e digestato anaerobico dalla frazione organica dei rifiuti. Tutto ciò conferma – ha concluso l’assessore – che il cammino verso l’economia circolare, già imboccato da tempo da Regione Lombardia, prosegue. L’obiettivo è sempre quello di essere la regione leader di questa transizione in Italia e in Europa”.
La biopiattaforma sarà un impianto innovativo che ospiterà un polo di ricerca avanzata. Entrerà, inoltre, da subito, nello scenario della ricerca internazionale con Circular Biocarbon, il progetto Horizon 2020 che sarà co-finanziato dall’Unione Europea. L’obiettivo è lo sviluppo di una bioraffineria dagli standard avanzati basata sulla valorizzazione dei rifiuti umidi per ottenere prodotti ad alto valore aggiunto. Pronti cioè per la commercializzazione.
“È una giornata storica per Sesto San Giovanni, per il Nord Milano e per tutta la Lombardia, perché dopo venti anni si spegne il vecchio inceneritore, acceso nel 2001, e si apre una nuova era. Il rispetto per l’ambiente e la trasformazione dei rifiuti in un’ottica di economia circolare saranno infatti i capisaldi del futuro”: così il sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano.
“Abbiamo di fronte a noi una sfida unica a livello europeo – ha sottolineato – e da pionieri abbiamo la grande responsabilità di diventare un modello da seguire. Il rilancio del nostro Paese, sulle grosse sfide della rivoluzione verde e della transizione ecologica chiesta dal Governo parte dai territori. Siamo orgogliosi che il primo passo sia quello di Sesto San Giovanni”.