1 giu 2022
Oltre 4 milioni di euro, per sostenere concretamente le PMI e le micro imprese lombarde - con contributi fino a 120 mila euro - nella transizione verso un modello di economia circolare, da applicare in particolare a livello di filiere.
Questa la misura che la Giunta di Regione Lombardia ha approvato con Delibera n. 6402 del 23 maggio 2022, che stabilisce i criteri del Bando 2022 per l’innovazione delle filiere di economia circolare in Lombardia, promosso in collaborazione con Unioncamere Lombardia.
Obiettivo del Bando è dunque promuovere e riqualificare le filiere lombarde, la loro innovazione e il riposizionamento competitivo di interi comparti rispetto ai mercati, in un’ottica di economia circolare.
Tale obiettivo viene perseguito attraverso il sostegno a:
- progetti che promuovano la riduzione di rifiuti, grazie al riuso e all’utilizzo di materiali riciclati, di prodotti e sottoprodotti o residui da cicli produttivi in alternativa alle materie prime vergini;
- eco-design, ovvero progetti che tengano conto dell’intero ciclo di vita del prodotto secondo la metodologia Life Cycle Thinking;
- progetti di cui ai punti 1 e 2 che intendano fornire una risposta alle nuove esigenze economiche ed energetiche, con particolare riferimento alla prototipazione e lo sviluppo di nuovi materiali o prodotti e/o componenti con un approccio biodiversity positive.
- progettazione e sperimentazione di modelli tecnologici integrati finalizzati al rafforzamento della filiera.
Il bando è rivolto alle MPMI - micro, piccole e medie imprese che al momento dell’erogazione del contributo abbiano sede operativa in Lombardia.
Le imprese possono partecipare in forma singola o in aggregazione composta da almeno 3 imprese rappresentanti la filiera produttiva.
All’aggregazione possono partecipare altri soggetti quali grandi imprese, Mid Cap, centri di categoria, associazioni di categoria.
Le imprese a cui è stato concesso il contributo a valere sulle precedenti edizioni del bando potranno partecipare esclusivamente in forma aggregata.
L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto pari al 40% delle spese sostenute, per un investimento minimo di 40mila euro e un contributo massimo di 120 mila euro per progetto.
In caso di aggregazione di imprese, il contributo è assegnato alle singole imprese che la compongono, in funzione dei rispettivi impegni di spesa dichiarati.
Sono ammissibili esclusivamente le seguenti tipologie di spesa, al netto dell’IVA:
a) consulenza (collaborazione con enti di Ricerca, servizi specialistici per lo sviluppo di prototipi, check up tecnologici, definizione di strategie commerciali ecc.) in misura non superiore al 25% delle spese in corrente ammesse a contributo;
b) investimenti in attrezzature tecnologiche(acquisto e/o leasing) e programmi informaticinecessari alla realizzazione del progetto;
c) assistenza e costi di acquisizione delle certificazioni ambientali di processo e di prodotto (es. ISO 14001, EMAS, ECOLABEL, EPD, LCA ecc.);
d) assistenza e costi di acquisizione delle certificazioni tecniche e di eventuale registrazione REACH;
e) servizi per l’ingegnerizzazione di software/hardware e prodotti relativi al progetto;
f) tecnologie per l’ingegnerizzazione di software/hardwaree prodotti relativi al progetto;
g) materiali e forniture strumentali alla realizzazione del progetto (inclusi prototipi);
h) spese per la tutela della proprietà industriale;
i) spese del personale dell’azienda, solo se espressamente dedicato al progetto, fino ad un massimo del 10% della somma delle voci di spesa da a) a g) sopra citate. Qualora venga impiegato ulteriore personale di nuova assunzione, esclusivamente dedicato al progetto, potrà essere riconosciuta un’ulteriore quota nel limite del 10% della somma delle voci di spesa da a) a i).
La dotazione finanziaria ammonta a 4,035 milioni di euro, così suddivisi:
3 milioni di euro a carico di Regione Lombardia e 1 milione e 35mila euro a carico delle Camere di Commercio, di cui:
Bergamo, 120mila euro; Brescia: 50mila euro: Como - Lecco: 100mila euro; Cremona: 50mila; Mantova: 40mila; Milano - Monza Brianza - Lodi: 500mila; Sondrio: 25mila; Varese: 50mila euro.
Le risorse regionali e le risorse camerali saranno utilizzate in misura paritaria (50% Regione e 50% Camere) a copertura dei singoli progetti ammessi a contributo, in ordine di graduatoria (la valutazione tecnica dei progetti verrà effettuata da un Nucleo di valutazione nominato da Unioncamere Lombardia) e sino al limite delle disponibilità delle dotazioni territoriali.
Una volta esaurite le dotazioni camerali territoriali, verranno assegnate tutte le risorse regionali residue indistintamente su tutto il territorio.
Le domande potranno essere presentate a seguito della pubblicazione del bando sulla piattaforma Bandi online di Regione Lombardia.
Nel bando, che sarà pubblicato entro 60 giorni dal 23 maggio (data di approvazione della delibera n. 6402) saranno indicate tempistiche e modalità di presentazione delle domande.
In allegato la delibera sui criteri del Bando e l’allegato A, parte integrante della stessa.
#economiacircolare #bandi #filiere #ecodesign #riuso #riciclo #PMI
15 ott 2021
Nel 2100, le temperature globali saliranno di 2,1 gradi: dunque oltre la soglia dei 2 gradi fissata come obiettivo dell’Accordo di Parigi sul clima per arginare il surriscaldamento del Pianeta. Così avverte la IEA, Agenzia Internazionale dell’Energia. Mentre sul web irrompono le immagini tratte da un sito, che utilizza l’Intelligenza Artificiale per mostrare come la nostra casa, o i luoghi simbolo della nostra città, potrebbero trasformarsi per effetto dei cambiamenti climatici.
C’è insomma dato, da allarme rosso, e c’è la potenza dirompente del ritratto dei luoghi a noi più vicini, in tutti i sensi: inondati per effetto dell’innalzamento dei mari o di inondazioni dovute a fenomeni metereologici sempre più estremi, coperti da una cappa pesante di smog, oppure dai fumi degli incendi provocati dalla maggiore aridità. Così li ‘fotografa’ l’Intelligenza Artifciale, elaborando i dati relativi alle previsioni attualmente disponibili sugli effetti del Climate Change.
Basta inserire un indirizzo, perché venga geolocalizzato, e ‘scegliere’ l’effetto dei cambiamenti climatici che si vuole visualizzare: mentre l’immagine viene preparata, il sito offre alcuni numeri di impatto sulle emergenze già create nel mondo dai cambiamenti climatici, oltre a indicare alcune possibili azioni di contrasto.
Da un lato la comunicazione della IEA, dall’altro quella di This Climate does not exist: il messaggio lanciato è lo stesso. C’è poco tempo per invertire la rotta, e quando fatto finora non basta, anche perché non c’è una percezione realmente diffusa degli effetti concreti che ognuno di noi patirà nella sua quotidianità quando le strade, le piazze, le città e i mari che conosciamo cambieranno volto.
Il 10% delle popolazione mondiale, ad esempio, vive in zone destinate a essere sommerse dall’innalzamento di mari e oceani, come conseguenza del riscaldamento globale prodotto dalle emissioni di gas climalteranti.
Da qui parte il monito contenuto nel World Energy Outlook, il rapporto annuale sull’energia nel mondo curato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia.
Il problema è che dopo la ‘boccata d’ossigeno’ portata dagli stop a numerosissime attività umane imposti dalla pandemia lo scorso anno, le emissioni di CO2 sono tornate a crescere in modo netto. E rischiano di raggiungere uno dei loro massimi picchi.
In questo contesto il report del World Energy Outlook analizza tre possibili scenari. Ecco, anche assumendo per buono quello degli “Impegni annunciati” - e cioè dei nuovi obiettivi di decarbonizzazione che varie Nazioni (fra i quali USA e UE) hanno per ora solo promesso (quelli di Parigi sono ormai considerati insufficienti), il riscaldamento globale al 2100 sforerà comunque i 2 gradi e arriverà a 2,1 gradi.
Più chiaramente: “Gli attuali impegni sul clima porterebbero nel 2030 ad appena il 20% della riduzione delle emissioni, che sarebbe invece necessaria per raggiungere il target di zero emissioni al 2050”, sintetizza il direttore esecutivo della IEA Fatih Birol.
La transizione ecologica insomma è cominciata. Ma è troppo lenta. Bisogna accelerare, e per farlo occorrono investimenti. Anche qui, il report traduce in cifre: devono almeno triplicare nell’arco dei prossimi 10 anni. E il 70% di questo incremento di investimenti in energia pulita deve interessare i Paesi emergenti.
Ecco il tema che i governi dovranno affrontare alla Cop26, la conferenza ONU sul clima in programma a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre: ovvero come incrementare rapidamente le tecnologie pulite e resilienti del futuro.
Una missione impossibile? Niente affatto: investire di più si può, e conviene - non solo all’ambiente.
Sempre secondo il World Energy Outlook, più del 40% delle riduzioni di emissioni necessarie verrebbe da misure che si ripagano da sole, come migliorare l’efficienza energetica, limitare le fughe di gas, installare impianti eolici o solari in luoghi dove ora sono altre le tecnologie più competitive.
Occorre dunque investire su pannelli solari, batterie al litio, pale eoliche, elettrolizzatori e celle a combustibile. Questo porterebbe anche, stima il report, alla creazione di milioni di nuovi posti di lavoro. Già oggi, sulla base degli obiettivi di decarbonizzazione annunciati al momento dagli Stati, nel 2030 si potrebbero avere 13 milioni di occupati in più nel settore dell’energia pulita e in quelli collegati.