La tutela di ambiente, biodiversità, ecosistemi è da oggi una norma della Costituzione Italiana: una svolta che non è retorico definire storica.
Martedì 8 febbraio infatti la Camera ha approvato in via definitiva la proposta di legge che prevede la modifica dell’articolo 9 e dell’articolo 41 della Carta.
Nello specifico, l’articolo 9 regola la tutela di paesaggio e patrimonio storico e artistico: la modifica la integra con quella dell’“ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni” e inserendo il richiamo a una “legge dello Stato” che “disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.
L’articolo 41 regola invece l’iniziativa economica privata, specificando che questa è libera ma che “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. È qui che si installa l’altra fondamentale modifica: non possono esserci danni neppure “alla salute e all’ambiente”.
Il testo con la proposta di legge era stato approvata due volte dal Senato e una alla Camera.
In quarta lettura, sempre alla Camera, è passato con 438 voti (solo uno contrario, sei le astensioni), più della maggioranza di due terzi. Un dato significativo, segno di una sensibilità diffusa e mutata: anche a livello di opinione pubblica. Ora dunque la nuova normativa entra subito in vigore senza la necessità di un referendum confermativo.
Viene colmata quella che di fatto era una lacuna della massima legge dello Stato, ‘figlia’ del resto di un’epoca che non conosceva ancora lo sfruttamento selvaggio delle risorse naturali, la deforestazione, la perdita di habitat e biodiversità, l’inquinamento massivo di acque e terreni, gli impatti del cambiamento climatico.
La tutela dell’ambiente diventa dunque uno dei princìpi fondamentali su cui si basa la Repubblica Italiana. La legislazione futura non potrà non tenerne conto, e sarà necessario adeguare le norme vigenti. Con la modifica della Costituzione, lo sguardo si sposta finalmente sulle conseguenze a lungo termine delle nostre scelte, da compiere appunto “anche nell’interesse delle future generazioni”.
Tema dei prossimi mesi sarà dunque come tradurre nella pratica effettiva la tutela di ambiente, biodiversità, ecosistemi.
Intanto questo passaggio è stato celebrato come “epocale” dal ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani.
“Finalmente la tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali sono riconosciuti e garantiti dalla nostra Costituzione - sottolinea anche l’assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo -. E questo è avvenuto con un voto espresso in Parlamento della maggioranza pressoché assoluta, modificando l’articolo 9 della Costituzione e stabilendo così un patto generazionale, un segnale forte per le generazioni future”.
“La biodiversità - prosegue - è argomento di cui si parla ancora poco. Eppure, la perdita di biodiversità può produrre nel futuro perdite peggiori rispetto a quelle dei cambiamenti climatici. Per cui è fondamentale la sua tutela”.
“Come Regione Lombardia stiamo investendo decine di milioni di euro - precisa l’assessore - per la tutela della biodiversità, che rappresenta proprio uno degli strumenti chiave della nostra strategia di sostenibilità ambientale. La sfida che abbiamo di fronte e che sosteniamo con convinzione difatti è dimostrare che l’ambiente e la sostenibilità sono driver dello sviluppo”.
La Lombardia rappresenta il territorio italiano più ricco di biodiversità.
Un ‘patrimonio’ che Regione Lombardia ha già deciso di salvaguardare, attivando ad esempio un percorso per arrivare a una Strategia regionale per la Biodiversità, e ora con un bando dedicato, quello “BioClima” da 3,5 milioni di euro per interventi di promozione della biodiversità e dell’infrastrutture verdi in tutto il territorio regionale, con particolare riguardo alla rete di aree protette e siti Natura 2000.
Donatella Bianchi, presidente di WWF Italia, definisce la modifica costituzionale “un primo importantissimo passo, che armonizza il nostro sistema con i principi formulati a livello europeo e internazionale e fatti propri dalla giurisprudenza costituzionale, di legittimità e di merito. Per dare concretezza a questi passaggi è ora necessario definire un sistema normativo organico e innovativo a tutela della natura d’Italia. Il nuovo assetto costituzionale rafforza significativamente il principio della sostenibilità, fin qui trattato solo in termini di dottrina e giurisprudenza, e crea il presupposto per aumentare il livello di salvaguardia del capitale naturale che costituisce la base insostituibile di tutte le nostre attività anche economiche”.
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