Regione Lombardia mette a disposizione 10 milioni di euro per le imprese che attuano azioni a favore della parità di genere e della maternità. Dalla parità salariale a parità di mansioni, fino agli interventi per aiutare le mamme a conciliare tempi di vita e di lavoro.
In questo modo, Regione Lombardia sostiene le imprese nel raggiungimento di uno dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030 (Obiettivo 5: Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze).
La misura, in particolare, stanzia risorse per sostenere le aziende lombarde nell’ottenimento della ‘certificazione della parità di genere’, come previsto dalla legge nazionale 162/2021.
L’agevolazione di 10 milioni di euro a fondo perduto, destinata alle medie, piccole e piccolissime imprese, è composta da due linee di finanziamento.
La linea A finanzia servizi di consulenza di accompagnamento alla certificazione, con un contributo fino a un massimo di 7.000 euro per l’acquisto di servizi di consulenza a supporto delle imprese che intendano avviare le attività propedeutiche all’ottenimento della certificazione della parità di genere.
La linea B prevede invece un contributo fino a un massimo di 9.000 euro a rimborso delle spese sostenute dalle imprese per ottenere la certificazione della parità di genere.
L’importo dei contributi assegnati all’impresa è differenziato in base al numero di dipendenti presenti in Lombardia. Il contributo per singola impresa non può superare l’80% delle spese ammissibili.
Per le aziende in possesso della certificazione di genere sono previsti sgravi contributivi e premialità nella valutazione delle domande di partecipazione a bandi pubblici.
Il soggetto gestore della misura è Unioncamere Lombardia, che è l’organismo intermedio del PR FSE+ 2021-2027.
Il bando si è aperto il primo febbraio. Finora sono state presentate 94 domande (di cui il 50% da parte di aziende sotto i 50 dipendenti), per un importo richiesto pari a 850.000 euro.
Questo l'Avviso Pubblico "verso la certificazione della parità di genere".
La misura è stata ideata da Regione Lombardia con il contributo delle principali associazioni imprenditoriali e organizzazioni sindacali.
Le politiche per la riduzione del divario di genere potranno produrre un aumento della partecipazione femminile al mondo del lavoro, che in Lombardia è già superiore alla media nazionale: 59,5% a fronte di una media italiana del 49,4%.
Nell’ambito del provvedimento ‘Formare per assumere’, finalizzato a integrare strumenti di politica attiva del lavoro con strumenti di sostegno agli investimenti e alla competitività delle imprese, il 58% delle domande ammesse a finanziamento è relativo a lavoratrici donne. Anche tenendo presente il Programma ‘GOL’, che offre percorsi personalizzati e diversificati di ingresso o reingresso al lavoro, questi riguardano le donne il 60% delle prese in carico.
Fonte: lombardianotizie.online.
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