“Regione Lombardia guarda con favore e intende dare sostegno alle comunità energetiche nascenti, in linea con il principio di sussidiarietà, favorendo la libera iniziativa dei territori e della società civile”.
Così a fine febbraio l’assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo ha commentato la nuova legge regionale sulle Comunità energetiche, partecipando al convegno “Illuminare la speranza. Le comunità energetiche motore d’innovazione e di sviluppo” che si è svolto alla Fondazione Stelline a Milano.
Oggi i consumatori di energia elettrica - imprese, cittadini, enti - possono oggi associarsi per produrre localmente e tramite fonti rinnovabili l’energia elettrica di cui hanno bisogno, “condividendola” tramite due tipi di istituti: i Gruppi di autoconsumo collettivo e le Comunità di energia rinnovabile.
Per saperne di più, guarda il video illustrativo di GSE: CLICCA QUI.
Con la legge regionale, ha spiegato dunque l’assessore, “viene istituito un centro di competenze con funzioni di guida e supporto nel processo di formazione delle comunità energetiche. Tutto ciò per l’individuazione del modello di produzione, autoconsumo e condivisione dell’energia. E per il percorso giuridico di formazione della CER - Comunità Energetiche Rinnovabili. Inoltre, la nuova legge regionale prevede specifici contributi per finanziare gli impianti di produzione e accumulo di energia delle CER. Questo, anche nell’ambito dei fondi per lo sviluppo regionale 2021-2027”.
L’iniziativa di Regione Lombardia è in linea con l’obiettivo, ricordato tra le finalità della legge, della “transizione energetica del sistema socioeconomico regionale”, per arrivare poi alla “neutralità carbonica netta al 2050”.
L’articolo 1 della legge regionale 23 febbraio 2022 - n. 2 “Promozione e sviluppo di un sistema di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) in Lombardia. Verso l’autonomia energetica” (scaricabile in allegato), indica dunque nelle CER dei “pilastri di un sistema energetico resiliente e mutualistico, nuovo nucleo di sostenibilità energetica locale, strumento di rafforzamento dell’utilizzo e dell’accettabilità delle fonti rinnovabili nel sistema lombardo di produzione di energia, veicolo di contrasto alla povertà energetica”.
Come ha sottolineato allora l’assessore Cattaneo, anzitutto “le CER possono essere un mezzo affinché le fonti energetiche rinnovabili si diffondano nei territori. Ciò dipende dalla disponibilità delle fonti energetiche, dalla struttura di rete, dal modello di consumo e dalla migliore integrazione ambientale e risponde anche a esigenze evolute di sicurezza”.
L’altro vantaggio evidente della centralità affidata alle CER è che - ha osservato sempre Cattaneo - “possono costituire anche una struttura vocata alla solidarietà, che fornisce sostegno a chi versa in condizioni di fragilità e di povertà energetica purtroppo molto diffuse e che il recente aumento delle bollette energetiche ha certamente contribuito a peggiorare. Esse infatti permetteranno anche di abbassare significativamente il costo delle bollette, attraverso la realizzazione di una rete diffusa di impianti di autoproduzione e accumulo energetico che servirà i fabbisogni di abitazioni private, aziende, ospedali, scuole ed enti locali, riducendo i costi”.
I vantaggi portati dalle CER saranno dunque “ambientali economici e sociali”, grazie alla “produzione, l’autoconsumo e la condivisione dell’energia prodotta, anche attraverso il suo accumulo (articolo 2.3 della legge regionale).
All’articolo 3.2, la legge regionale prevede che Regione Lombardia individui “il soggetto, denominato Comunità Energetica Regionale Lombarda - CERL-, che fornisce assistenza tecnica per la promozione e lo sviluppo delle CER” sul territorio.
Tra gli obiettivi fissati dalla legge, quello della “diversificazione delle fonti di produzione di energia rinnovabile elettrica e termica, in coerenza con le specificità dei territori e valorizzando l’imprenditoria locale, le materie prime locali e il calore di scarto”.
Per la promozione e il sostegno alle CER, la legge regionale prevede sul 2022 un contributo di 200 mila euro per il funzionamento della struttura CERL; 1,5 milioni di euro nel 2022 e 10 milioni per ciascun anno del biennio 2023-2024 per le spese di assistenza tecnica e sostegno economico e finanziario; e ancora, fino a un massimo di 400 mila euro nel 2022 per la realizzazione del sistema di monitoraggio delle situazioni di povertà energetica e di un archivio delle buone prassi, a cui i promotori delle Comunità, secondo quanto previsto dall’articolo 5 della legge.
“Sarà fondamentale il contributo che le professioni tecniche potranno offrire – ha concluso Cattaneo – per orientare le scelte di consumo dei cittadini verso l’autoproduzione, l’adozione di sistemi di accumulo, la partecipazione alle comunità energetiche e nel dare impulso alle realtà produttive e agli artigianali locali”.
#energia #CER #comunitàenergetiche #autoconsumo #rinnovabili #povertàenergetica