L’Italia di fine secolo? Con temperature più alte di 2 gradi nella migliore delle ipotesi, addirittura di 5 gradi nello scenario peggiore. Nel Belpaese sarà netto l’aumento di incendi e di malattie legate a stress termico e inquinamento, ci saranno danni in tutti i settori - in particolare agricoltura e turismo - e, nel complesso, l’insieme delle conseguenze dei cambiamenti climatici si tradurrà in un calo dell’8% del PIL pro capite.
Ecco quello che potrebbe essere il nostro futuro da qui a 30 anni, secondo un rapporto inedito. È l’“Analisi del Rischio. I cambiamenti climatici in Italia” curato dai 30 esperti della Fondazione CMCC, Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici fondato per studiare i cambiamenti climatici, e realizzare modelli sulla loro interazione con la nostra società.
L’ “Analisi” mette in fila, per la prima volta in modo integrato, i rischi principali che correremo a seconda dei diversi livelli di riscaldamento globale. Allo stesso modo, il rapporto CMCC punta a evidenziare le priorità di intervento: nei processi decisionali, nelle politiche pubbliche, nei programmi di investimento e nella pianificazione della spesa pubblica.
I diversi modelli climatici sono concordi nel valutare un aumento della temperatura fino a 2°C nel periodo 2021-2050 (rispetto a 1981-2010). Nello scenario peggiore, l’aumento della temperatura può raggiungere i 5°C.
È prevista una diminuzione delle precipitazioni estive nelle regioni del centro e del Sud, e un aumento di eventi precipitazioni intense. In tutti gli scenari aumenta il numero di giorni caldi e dei periodi senza pioggia.
Per quanto riguarda gli eventi estremi, si legge, “la probabilità del rischio è aumentata in Italia del 9% negli ultimi vent’anni”.
Inevitabili le ricadute economiche. Lo studio spiega che “i costi degli impatti dei cambiamenti climatici in Italia aumentano rapidamente e in modo esponenziale al crescere dell’innalzamento della temperatura nei diversi scenari, con valori compresi tra lo 0,5% e l’8% del Pil a fine secolo. I cambiamenti climatici aumentano la disuguaglianza economica tra regioni. Tutti i settori dell’economia italiana risultano impattati negativamente dai cambiamenti climatici, tuttavia le perdite maggiori vengono a determinarsi nelle reti e nella dotazione infrastrutturale del Paese, nell’agricoltura e nel settore turistico, nei segmenti sia estivo sia invernale”.
In seguito all’incremento nelle temperature medie ed estreme, alla maggiore frequenza (e durata) delle ondate di calore e di eventi di precipitazione intensa, bambini, anziani, disabili e persone più fragili saranno coloro che subiranno maggiori ripercussioni. Sono attesi, infatti, incrementi di mortalità per cardiopatie ischemiche, ictus, nefropatie e disturbi metabolici da stress termico e un incremento delle malattie respiratorie dovuto al legame tra i fenomeni legati all’innalzamento delle temperature in ambiente urbano (isole di calore) e concentrazioni di ozono (O3) e polveri sottili (PM10).
Da un lato ci si attende lo scioglimento di neve, ghiaccio, con possibili ed evidenti enomeni di dissesto nelle zone alpine e appenniniche, un ulteriore aumento di frane e del rischio di idraulico per piccoli bacini.
Dall’altro è prevista la riduzione “della risorsa idrica rinnovabile, sia superficiale che sotterranea, in quasi tutte le zone semi-aride”. La qualità dell’acqua e la sua stessa disponibilità diventano dunque a rischio, specie d’estate quando aumenta la domanda, per settori diversi: da quello civile a quello industriale, da quello agricolo a quello per la produzione dell’energia. .
Con l’aumento delle temperature e la riduzione delle precipitazioni medie annue, la maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi quali le ondate di calore o la prolungata siccità, il rapporto prevede un prolungamento della ‘stagione’ degli incendi e un aumento delle giornate con pericolosità estrema che, a loro volta, si potranno tradurre in un aumento delle superfici percorse con conseguente incremento nelle emissioni di gas a effetto serra e particolato.
Il rapporto completo e altri materiali sono disponibili su:
https://www.cmcc.it/it/analisi-del-rischio-i-cambiamenti-climatici-in-italia