29 lug 2019
Quanto pesano effettivamente i singoli inquinanti sulla qualità dell’aria nella pianura padana, dal PM10 agli Ossidi di Azoto? E in che modo, concretamente, si può ridurli in modo significativo, per raggiugere gli obiettivi fissati dalla UE nella lotta all’inquinamento atmosferico?
Ecco alcune delle domande a cui vuole dar risposta il progetto europeo Prepair - 7 anni di durata con scadenza nel 2024, 17 milioni di euro di finanziamenti di cui 10 dalla Commissione Ue -, tra i cui partner c’è Regione Lombardia.
Tra le azioni previste dal progetto ci sono infatti anche quelle relative a una conoscenza preventiva dell’entità del problema, con l’elaborazione e condivisione di un dataset dei valori dei principali inquinanti nell’area del bacino del Po, che insieme alla Slovenia costituisce il territorio di riferimento del progetto Prepair. Un’azione complessa, dal momento che solo il territorio della pianura padana si estende per 135 mila chilometri quadrati e ospita ben 28 milioni di abitanti.
Da qui è partito il lavoro di Arpa Lombardia e delle agenzie ambientali delle altre tre regioni italiane coinvolte (Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, oltre alla provincia autonoma di Trento).
Un lavoro di censimento e di elaborazione degli scenari futuri sugli inquinanti nel bacino del Po e in Slovenia, come spiega in questo video Elisabetta Angelino (responsabile dell’Unità di Modellistica qualità dell'aria e inventari di Arpa Lombardia), fornendo le cifre sui diversi impatti di riscaldamento non industriale, traffico, agricoltura:
Si va dunque verso uno scenario di riduzione dei principali inquinanti, anche grazie - sottolinea Angelino - all’evoluzione tecnologica. Ma determinante sarà l’approccio integrato proposto proprio da Prepair, per agire in modo coordinato sui territori, in settori economici e e su fronti diversi, fino a un ripensamento dei modi di produzione in un’ottica di maggiore sostenibilità.
La presentazione completa portata da Arpa Lombardia alla conferenza midterm del progetto Prepair è disponibile in allegato.
26 lug 2019
Velocità del vento, inquinanti secondari, le azioni coordinate necessarie a ridurre le emissioni, la spesa su questo fronte dal 2005 a oggi. È una fotografia precisa delle peculiarità e degli scenari nella pianura padana quella tracciata dall’ingegnere Gian Luca Gurrieri di Regione Lombardia, nel suo intervento alla conferenza di midterm del progetto europeo Life Prepair sulla qualità dell’aria nell’area del bacino del Po.
Una sintesi dei punti toccati in questo video:
Quello che emerge, dunque, è la necessità di interventi integrati. Tra Regioni diverse - quattro quelle coinvolte nel progetto ovvero Piemonte, Veneto ed la capofila Emilia-Romagna, oltre alla Lombardia -, ma anche in settori diversi. Agricoltura, mobilità, biomasse, efficienza energetica: sono molti gli ambiti in cui la lotta all’inquinamento atmosferico dovrà far sentire il suo peso, e l’innovazione tecnologica nei diversi ambiti non potrà che tenerne conto.
In allegato la presentazione completa portata alla conferenza, con l’indicazione dei trend relativi all’emissione dei principali inquinanti, gli obiettivi da raggiungere, secondo le tempistiche fissate dall’Unione, e il contributo che può arrivare proprio dall’Europa.
25 lug 2019
Dati, strategie, fondi, percezione dei cittadini: insomma uno sguardo a 360° sull’inquinamento atmosferico nella pianura padana. Questo ha offerto la conferenza di medio termine del progetto “PrepAir - The Po Basin together for the quality of life”, che Regione Lombardia ha ospitato l’11 luglio.
L’importanza del progetto e gli obiettivi di Regione sul fronte della lotta agli inquinanti sono illustrati in questo video dall’assessore all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo, che spiega anche alcune delle peculiarità del bacino del Po:
Più in dettaglio, Prepair (ovvero Po Regions Engaged to Policies of Air) prevede 36 azioni, organizzate in 5 pilastri tematici: emissioni e valutazione della qualità dell’aria, agricoltura e allevamento, biomassa, trasporti, efficienza energetica.
Si tratta insomma di “una strategia complessa”, ha sottolineato Cattaneo. Le criticità del bacino padano del resto sono note, altre meno note sono state evidenziate proprio alla conferenza. L’area del bacino del Po è per questo un oggetto di studio - e di test di buone pratiche sul fronte della lotta agli inquinanti - davvero significativo.
Basti pensare che nella pianura padana risiedono ben 23 milioni di persone - pari al 40% della popolazione italiana - e che in quest’area viene prodotto il 50% del PIL nazionale. Numeri che comportano ovviamente emissioni rilevanti eppure - nota l’indagine condotta nell’ambito del progetto UE - “inferiori alla media europea e in linea con quelle dei Paesi tecnologicamente più avanzati, se rapportate al PIL o al numero di abitanti, segno di standard tecnologici e pratiche gestionali tra le più avanzate”.
Detto questo, “le peculiari condizioni meteoclimatiche della pianura padano rendono particolarmente difficile la dispersione degli inquinanti, provocando superamenti dei valori limite per polveri, ossidi di azoto ed ozono”.
E l’indagine “Valuta l’aria” svela che la percezione dei cittadini sulla qualità dell’aria nel bacino del Po è negativa, anche se le emissioni dei principali inquinanti sono in calo: lanciata nel novembre 2018 e condotta su oltre 7.300 persone di tutti i 42 capoluoghi di provincia dell’aria, la ricerca rivela che per il 63% degli intervistati l’aria è peggiorata (l’indagine completa è scaricabile a questo link).
La soluzione proposta dal progetto UE è quella di una strategia e misure integrate e coordinate tra le Regioni interessate - alla conferenza erano presenti anche gli assessori all’Ambiente dell’Emilia-Romagna Paola Gazzolo e del Piemonte Matteo Marnati - per promuovere “stili di vita, di produzione e di consumo più sostenibili”. In questo l’innovazione tecnologica può giocare un ruolo importante.
“Ai primi di giugno a Torino - ha ricordato a questo proposito Cattaneo - in occasione del ‘Clean Air Dialogue’ con la Commissione europea si è firmato un protocollo con impegni precisi per ridurre l’inquinamento atmosferico, con misure che toccano i tre settori maggiormente responsabili: trasporti, agricoltura e riscaldamento domestico a biomassa. Questo il senso dell’impegno che stiamo svolgendo e che svolgeremo anche negli anni a venire”.
Da parte sua l’assessore Marnati ha ricordato che “il tema delle infrastrutture non è solo di carattere economico, ma investe anche il beneficio ambientale. La realizzazione della TAV, in base all’analisi costi-benefici, porterebbe a una riduzione di un milione di tir all’anno con un decremento di 3 milioni di tonnellate di Co2 all’anno in atmosfera e 26 milioni entro il 2030. L’Europa chiede che il 30% delle merci si sposti su rotaia. Ciò sarà possibile se si termineranno le grandi opere come la TAV, il terzo valico e nodi ferroviari di Torino e Novara. Per Torino, le energie vanno concentrate sulla realizzazione della metropolitana. La nuova linea toglierebbe dalla circolazione 80 mila auto al giorno”.
“Il progetto ‘Prepair’, di cui l’Emilia-Romagna è capofila, si sta rivelando uno strumento straordinario per guidare le regioni del Bacino Padano verso risultati sempre migliori - ha commentato poi l’assessore Gazzolo -: l’analisi degli scenari emissivi finora condotta fa emergere con chiarezza che, lavorando insieme, entro il 2025 è possibile abbattere di circa il 40% le concentrazioni di polveri sottili e gli ossidi di azoto e del 22% quelle di ammoniaca”.
3 lug 2019
Dalle città di oggi alle smart city di domani il percorso da compiere è ancora lungo. E passa non solo dalla digitalizzazione, ma - ancora prima - dalla riqualificazione urbana degli spazi. Sotto il profilo energetico e ambientale.
Il nodo delle bonifiche delle aree abbandonate, in particolare, si pone come ineludibile. Non a caso, l’impatto delle bonifiche sui processi di rigenerazione rimane uno dei maggiori aspetti in discussione tra i vari players - pubblici e privati - coinvolti nelle trasformazioni urbane.
La bonifica dei siti da rigenerare rappresenta infatti ancora oggi, un rischio in termini di costi e tempi e, quindi, un disincentivo a investire nei brownfields, ovvero nella riqualificazione di aree industriali dismesse che invece possono rappresentare una grande opportunità di sviluppo sociale ed economico, oltre che di tutela ambientale.
Non solo. Oltre ai problemi legati alla nota complessità normativa e amministrativa, il tema delle bonifiche soffre spesso di una spettacolarizzazione degli effetti negativi, associata a una comunicazione poco efficace e a una scarsa conoscenza delle tecniche e delle norme di intervento nell’ambito della rigenerazione.
In questo quadro, Regione Lombardia e AUDIS - associazione Aree Urbane DISmesse - organizzano per l’8 luglio il convegno “Il suolo circolare. Una nuova cultura di bonifica per la rigenerazione urbana”.
Qui verranno discusse le proposte emerse da tre workshop realizzati da febbraio ad aprile 2019 su norme, sostenibilità sociale ed economia.
Il confronto tra oltre 50 esperti invitati ha individuato elementi che rappresentano un filo conduttore dei tre argomenti trattati, così come aspetti di innovazione e spunti di riflessione su soluzioni innovative da attuarsi nel breve e nel medio-lungo termine.
L’appuntamento è dalle 9 alle 13.30, all’Auditorium Gaber di Palazzo Pirelli (piazza Duca D’Aosta n. 3, Milano).
Le iscrizioni a questo link: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-il-suolo-circolare-una-nuova-cultura-di-bonifica-per-la-rigenerazione-urbana-63468962375
Per informazioni: tel. 340 6483093, email segreteria@audis.it
4 giu 2019
Nell’ambito della Presidenza Italiana EUSALP 2019, Regione Lombardia e Confindustria Lombardia organizzano il 3-4 luglio 2019 a Milano l’evento “Circular economy to boost macroregional sustainable growth - Boostalps 2.0”.
Obiettivo dell’evento è aprire un dibattito a livello macroregionale sul tema dell’economia circolare, per poi approfondirne le opportunità nel settore tessile al fine di offrire agli attori che operano nella filiera l’occasione per esplorare nuove soluzioni, modelli di business, tecnologie e opportunità di R&S.
L’iniziativa gratuita è rivolta a enti, aziende, università, centri di ricerca, associazioni, cluster e istituzioni politiche provenienti dalle regioni d’Europa interessate dalla Strategia per la Macroregione Alpina (EUSALP).
In particolare, “Boostalps 2.0” si indirizza a soggetti coinvolti nei processi decisionali per la promozione dell’economia circolare, nelle politiche pubbliche e nelle strategie aziendali; a quelli interessati a incontrare i maggiori player della filiera tessile, o alla ricerca di partner commerciali e tecnologici; a realtà in possesso di un un’idea innovativa o di un progetto di economia circolare. E ancora, a tutti coloro che sono incuriositi dalle sfide dell’economia circolare e disponibili a confrontarsi a livello internazionale.
In allegato la bozza di programma dell’evento.
La registrazione può essere effettuata entro il 28 giugno 2019 sul sito https://boostalps2019.b2match.io/
Per maggiori informazioni, in particolare sulla sessione di B2B si può chiamare lo 0258370800 o scrivere all’indirizzo email: een1@confindustria.lombardia.it.
26 ott 2018
TECH UP 2018 – competition di Fondazione Ricerca & Imprenditorialità (FR&I) esteso a tutto il territorio nazionale per Spin-off, Start Up, PMI innovative, Ricercatori e Professional tech-oriented – prende il via il 1° ottobre. La call, nata in risposta di particolari necessità di Open Innovation delle Grandi Industria – Leonardo, Ferrovie dello Stato, MBDA e Iren – è finalizzata alla ricerca di progetti con un potenziale innovativo in risposta a 3 diverse classi di innovation needs: TECHNOLOGY – trend tecnologici, TOPIC – esigenze per futuri sviluppi strategici, INNOVATION – nuove opportunità per mercati tradizionali. I vincitori usufruiranno di un canale privilegiato di incontro diretto con le Grandi Imprese partecipanti tramite un percorso di accelerazione di FR&I, unico nel panorama italiano.
I progetti dovranno essere proposti attraverso la sottoscrizione di TECH UP 2018 sul sito http://www.fondazioneri.it/bando-start-up-pmi-tech-up-2018/ entro il 31 gennaio 2019, e tra questi verranno selezionati quelli adeguati ad avviare rapporti strutturati con le Grandi Imprese partner coinvolte.
TECH UP 2018 rappresenta per i proponenti a maggior potenziale, un’opportunità unica: potranno, già dall’inizio, prendere contatti e avviare rapporti strutturati con le Grandi Industrie interessate, e accedere a supporto e consulenza finanziaria agevolata presso gli Investitori Istituzionali.
I vincitori verranno quindi inseriti in training formativi, comprendenti servizi di elevato valore tra cui la disponibilità di Senior Advisor di grande esperienza per attività di assessment e appropriato supporto specialistico, con la possibilità di favorire, tra l’altro, lo sviluppo di una nuova imprenditorialità tech-oriented radicata sul territorio italiano.
TECH UP 2018 sarà promossa con un Road Show che toccherà svariate tappe nelle principali città italiane. Il calendario sarà comunicato prossimamente attraverso il sito http://www.fondazioneri.it/bando-start-up-pmi-tech-up-2018/ e i social Facebook e Linkedin di Fondazione R&I Ricerca e Imprenditorialità. Durante le tappe potranno essere forniti ai partecipanti e agli Stakeholder incontri one-to-one di approfondimento con Fondazione R&I ed i suoi Partner.
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