Qualità dell’aria, Regione: “La nostra strategia con il progetto UE Prepair”

Pubblicata il 25 lug 2019

Dati, strategie, fondi, percezione dei cittadini: insomma uno sguardo a 360° sull’inquinamento atmosferico nella pianura padana. Questo ha offerto la  conferenza di medio termine del progetto “PrepAir - The Po Basin together for the quality of life”, che Regione Lombardia ha ospitato l’11 luglio.

L’importanza del progetto e gli obiettivi di Regione sul fronte della lotta agli inquinanti sono illustrati in questo video dall’assessore all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo, che spiega anche alcune delle peculiarità del bacino del Po:

Più in dettaglio, Prepair (ovvero Po Regions Engaged to Policies of Air) prevede 36 azioni, organizzate in 5 pilastri tematici: emissioni e valutazione della qualità dell’aria, agricoltura e allevamento, biomassa, trasporti, efficienza energetica.

Si tratta insomma di “una strategia complessa”, ha sottolineato Cattaneo. Le criticità del bacino padano del resto sono note, altre meno note sono state evidenziate proprio alla conferenza. L’area del bacino del Po è per questo un oggetto di studio - e di test di buone pratiche sul fronte della lotta agli inquinanti - davvero significativo.

Il Bacino del Po, un’area complessa

Basti pensare che nella pianura padana risiedono ben 23 milioni di persone - pari al 40% della popolazione italiana - e che in quest’area viene prodotto il 50% del PIL nazionale. Numeri che comportano ovviamente emissioni rilevanti eppure - nota l’indagine condotta nell’ambito del progetto UE - “inferiori alla media europea e in linea con quelle dei Paesi tecnologicamente più avanzati, se rapportate al PIL o al numero di abitanti, segno di standard tecnologici e pratiche gestionali tra le più avanzate”.

Detto questo, “le peculiari condizioni meteoclimatiche della pianura padano rendono particolarmente difficile la dispersione degli inquinanti, provocando superamenti dei valori limite per polveri, ossidi di azoto ed ozono”.

E l’indagine “Valuta l’aria” svela che la percezione dei cittadini sulla qualità dell’aria nel bacino del Po è negativa, anche se le emissioni dei principali inquinanti sono in calo: lanciata nel novembre 2018 e condotta su oltre 7.300 persone di tutti i 42 capoluoghi di provincia dell’aria, la ricerca rivela che per il 63% degli intervistati l’aria è peggiorata (l’indagine completa è scaricabile a questo link).

La soluzione proposta dal progetto UE è quella di una strategia e misure integrate e coordinate tra le Regioni interessate - alla conferenza erano presenti anche gli assessori all’Ambiente dell’Emilia-Romagna Paola Gazzolo e del Piemonte Matteo Marnati - per promuovere “stili di vita, di produzione e di consumo più sostenibili”. In questo l’innovazione tecnologica può giocare un ruolo importante.

Il Protocollo di Torino

“Ai primi di giugno a Torino - ha ricordato a questo proposito Cattaneo  - in occasione del ‘Clean Air Dialogue’ con la Commissione europea si è firmato un protocollo con impegni precisi per ridurre l’inquinamento atmosferico, con misure che toccano i tre settori maggiormente responsabili: trasporti, agricoltura e riscaldamento domestico a biomassa. Questo il senso dell’impegno che stiamo svolgendo e che svolgeremo anche negli anni a venire”.

Il nodo Infrastrutture

Da parte sua l’assessore Marnati ha ricordato che “il tema delle infrastrutture non è solo di carattere economico, ma investe anche il beneficio ambientale. La realizzazione della TAV, in base all’analisi costi-benefici, porterebbe a una riduzione di un milione di tir all’anno con un decremento di 3 milioni di tonnellate di Co2 all’anno in atmosfera e 26 milioni entro il 2030. L’Europa chiede che il 30% delle merci si sposti su rotaia. Ciò sarà possibile se si termineranno le grandi opere come la TAV, il terzo valico e nodi ferroviari di Torino e Novara. Per Torino, le energie vanno concentrate sulla realizzazione della metropolitana. La nuova linea toglierebbe dalla circolazione 80 mila auto al giorno”.

Uno strumento straordinario

“Il progetto ‘Prepair’, di cui l’Emilia-Romagna è capofila, si sta rivelando uno strumento straordinario per guidare le regioni del Bacino Padano verso risultati sempre migliori - ha commentato poi l’assessore Gazzolo -: l’analisi degli scenari emissivi finora condotta fa emergere con chiarezza che, lavorando insieme, entro il 2025 è possibile abbattere di circa il 40% le concentrazioni di polveri sottili e gli ossidi di azoto e del 22% quelle di ammoniaca”.